Draghi prova a sfilare la finale a Londra

Secondo un documento di cui il Guardian ha preso visione in esclusiva, su iniziativa della Francia, alcuni Paesi membri – tra cui l’Italia – intendono approfittare della Brexit per ridurre la presenza di film e serie tv di produzione britannica da piattaforme on demand come Amazon e Netflix perché considerata “sproporzionata”. In sostanza, non potremmo più vedere serie di successo come ‘The Crown’ o ‘Downtown Abbey’ e tante altre.

“All’indomani della Brexit è necessario rivalutare la presenza del Regno Unito”, si legge nel documento intitolato ‘La presenza sproporzionata di contenuti britannici nella quota di video on demand europei e gli effetti sulla circolazione e promozione di diverse opere europee’. E ancora, “l’elevata disponibilità di contenuti britannici sui servizi di video on demand, nonché i privilegi concessi dalla definizione di ‘opere europee’, possono comportare una presenza sproporzionata di contenuti britannici e ostacolare una maggiore varietà di contenuti europei, (anche da Paesi più piccoli o lingue meno parlate)”.

Secondo un portavoce di Downing Street,  le produzioni britanniche continuano ad avere il diritto allo status di ‘contenuto europeo’, anche dopo l’uscita dall’Ue, in quanto “il Regno Unito appartiene ancora alla Convenzione europea sulla televisione transfrontaliera del Consiglio d’Europa”.

Ma intanto è scoppiata un’altra grana. A sera prende posizione anche il ministro della Cultura Dario Franceschini: “Se il Regno Unito non è più in Europa ci sono anche le conseguenze di questa scelta”. A meno di smentite o dietrofront, l’idea di Draghi su Wembley non può che surriscaldare ulteriormente gli animi: europei, britannici, calcistici. Macron contro le serie tv britanniche, Draghi contro la finale di Euro 2020 a Wembley.

L’HUFFPOST

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