Non privatevi di un giorno felice

Dunque guerra ai desideri perversi, lotta spirituale su cui hanno molto indugiato i padri del deserto e gli asceti cristiani definendo il desiderio cattivo come la matrice di tutti i mali, di tutti i vizi…

Ma tutta la tradizione biblica testimonia anche il desiderio come sentimento legittimo e assolutamente buono anzi beato: desiderio di vita, di felicità… E non si dimentichi che ogni Promessa fatta da Dio nell’Antico e nel Nuovo Testamento è promessa di bene, di felicità, è soddisfazione del desiderio umano.

«C’è un uomo che desidera la vita e brama giorni per gustare il bene» (Sal 32,13). E tutta la via indicata da Dio è per ottenere questa vita e questa felicità! Desiderio di vita! Che d’altronde è l’unica vocazione degli umani: vivere e vivere questa unica vita che è loro data perché non ce n’è un’altra! Non lo si afferma mai abbastanza, ma il primo desiderio, il più vero e il più presente anche quando sembra lo si voglia negare, è vivere!

Non a caso è presente il linguaggio metaforico: «sete di vita», «sete di Dio». Ricordate il versetto del salmo 42: «Come una cerva anela a fonti di acque, così il mio cuore desidera te mio Dio». Oppure: «Ho desiderio del Dio Vivente […] la mia carne lo desidera». Linguaggio che sembra impossibile, eppure in bocca e nel cuore a molti credenti che si dicono in ricerca di Dio, che hanno desiderio di vedere il suo volto, desiderio di stare con lui. È un linguaggio amoroso rivolto all’Altro invisibile e indicibile che diventa un tu ma più che parola è grido, invocazione di vita piena, di felicità, di salute, di gioia che nasce dalle relazioni vissute nell’affetto e nella comunione dei cuori.

Perfino il desiderio amoroso nella Bibbia è esaltato e cantato: la donna desidera l’uomo, e l’uomo desidera la donna (Gen 3,16; Ct 2,16). Desiderio dell’unione dei corpi, del piacere, della ventura dell’amore nel Cantico dei Cantici. Il desiderio anche quando è passione amorosa è una fiamma di JHWH, di Dio e per questo va cantato e celebrato nelle feste con vino e profumi. No, nel matrimonio biblico non c’è mistificazione del desiderio, tanto meno il suo spegnimento: siamo agli antipodi dell’ascesi buddista. È perfino il desiderio di mangiare e bere vino buono, è «porzione per gli umani» che conoscono il duro mestiere di vivere. Perciò dice Qoelet: «Godi della tua giovinezza e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù. Segui le vie del tuo cuore e i desideri dei tuoi occhi sapendo che su tutte Dio esprimerà un giudizio!» (11,9). E a giovani e anziani il Siracide ammonisce: «Non privarti di un giorno felice! Accondiscendi a ogni tuo desiderio!».

LA STAMPA

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