Dietrofront su AstraZeneca, basta Open day: il Cts lo sconsiglia per ragazzi e adolescenti

Paolo Russo

ROMA. Dietrofront sul vaccino AstraZeneca ai più giovani. Oggi gli esperti del Cts emetteranno la sentenza dopo aver consultato già da ieri una valanga di dati e pubblicazioni scientifiche in materia. E come al solito alla fine non ci sarà nessun diktat ma solo una «rafforzata raccomandazione» a non utilizzare il farmaco di Oxford per ragazzi e adolescenti.

Non perché sia più pericoloso di quel che si pensasse. Il rapporto sulla farmacovigilanza che l’Aifa dovrebbe pubblicare oggi parla infatti di un evento trombotico dovuto a quei rarissimi episodi di aggregazione piastrinica ogni 100 mila somministrazioni. Tanto per capirci, la autorità regolatorie classificano un evento avverso come «molto raro» quando questo si verifica ogni 10 mila somministrazioni di un farmaco. Ma ora il quadro complessivo è cambiato, perché in Italia il virus circola molto meno e il rischio di finire in ospedale, o peggio di morire, si è molto ridotto, soprattutto tra i giovani. E che sia così lo mostrano le tabelle che l’Ema pubblica sul suo sito e che probabilmente gli esperti del Cts allegheranno al verbale, nelle quali si evidenzia che con meno di 50 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti il rapporto tra benefici e rischi con AstraZeneca non è più favorevole sotto i 40 anni. Del resto i britannici, che non si sono fatti scrupolo a usare il loro vaccino su quasi tutta la popolazione con una sola dose per fermare l’ecatombe che era arrivata far contare 1.700 morti in un giorno, ora hanno alzato l’asticella da 30 a 40 anni, stabilendo che sotto quella soglia non va somministrato. La pratica ieri l’ha affrontata anche l’Aifa, recapitando al Cts un parere che non fa sconti, ribadendo che sotto i 60 anni l’antidoto anglo-svedese è meglio non somministrarlo.

Gli esperti del comitato difficilmente si spingeranno a indicare una soglia di età precisa, ma faranno magari parlare studi scientifici e tabelle dell’Ema, che il limite dei 40 anni lo indicano per le donne, visto che il rischio per gli uomini si riduce e di molto. Franco Locatelli, coordinatore del Cts, ha del resto già un po’ anticipato la stretta, affermando che in queste ore c’è un’attenzione suprema per cogliere tutti i segnali che possono in qualche modo allertare su eventuali effetti collaterali, che portino poi a considerare dei cambiamenti di indicazioni del vaccino». Che, ricordiamolo, oggi in Italia è «raccomandato» per gli over 60, anche se molte regioni negli ultimi giorni lo stanno offrendo a giovani e giovanissimi con la formula degli Open day.

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