Le Asl pronte a sospendere dal lavoro i 20 mila medici e infermieri No Vax, ma gli ospedali temono il caos

Lodovico Poletto

Gli elenchi arriveranno tra oggi e domani alle Asl. Ventimila nomi e cognomi di medici, infermieri, oss e tutta una serie di altre figure che hanno a che fare con il mondo della sanità, che detto «no grazie» al vaccino anti Covid. Ventimila. Ed è un numero enorme. Che rischia di causare qualche altro guaio alla sanità del territorio. Perché queste ventimila persone rischiano – se non cambiano idea all’ultimo momento – di doversene restare a casa fino alla fine dell’anno. Sospesi dai rispettivi ordini di appartenenza (medici e infermieri). E dal lavoro. Quindi senza stipendio.

Ora, non è che le Asl e gli ordini vogliano partire all’assalto di chi dice «no». Perché le ragioni – si sa – possono essere mille: ci sono i convincimenti personali e le motivazioni di carattere sanitario. «Il nocciolo della questione è proprio quello. In questa fase si cercherà di capire le ragioni del rifiuto. E se non ci sono elementi di carattere oggettivo si passerà attraverso un tentativo di moral suasion, di convincimento del personale». Lo spiega bene Antonio Rinaudo che all’Unità di Crisi della Regione Piemonte si occupa degli aspetti legali della macchina dell’emergenza. Moral suasion: persuasione. Che non interessa chi – ovviamente – ha problemi di salute. Per dire: gli immunodepressi. Oppure chi ha intolleranze particolari o allergie documentate. Insomma: non parole, ma carte mediche. Certificati. Ragioni che vanno al di là dei convincimenti personali.

Barbara Squillace, infermera di Chivasso che ha detto no all’inoculazione dice che in Piemonte sono fin pochi i colleghi che si oppongono al vaccino: «In Toscana sono oltre 26 mila, nel resto della penisola i numeri crescono ogni giorno un po’ di più».

Sarà. Ma da questo momento inizia il braccio di ferro con le istituzioni. Funzionerà così: le Asl convocheranno chi ha detto no. Ascolteranno le ragioni. Proveranno a convincere. Se non ci saranno retromarce scatta la segnalazione all’ordine di appartenenza. Per la sospensione. E così anche al datore di lavoro. Sospende è un obbligo. Senza lavoro e senza l’abilitazione professionale, scatta anche lo stop allo stipendio. Quindi si sta a casa.

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