Mafia, dopo 25 anni torna libero per fine pena il boss Giovanni Brusca

Giovanni Brusca, il boss che schiacciò il pulsante a Capaci

Ha lasciato il carcere dopo 25 anni, per fine pena, il boss mafioso Giovanni Brusca, 64 anni, fedelissimo del capo dei capi di Cosa nostra, Totò Riina, prima di diventare un collaboratore di giustizia ammettendo, tra l’altro, il suo ruolo nella strage di Capaci e nell’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo. Brusca è uscito da Rebibbia, a Roma, con 45 giorni di anticipo rispetto alla scadenza della condanna.

Brusca sarà sottoposto a controlli e protezione, oltre a quattro anni di libertà vigilata, come deciso dalla Corte d’Appello di Milano. La pena si è ancora accorciata per la “buona condotta”. Gli ultimi calcoli prevedevano la scarcerazione a ottobre. E’ arrivata anche prima. Ora però si apre un caso complicato di gestione della libertà del boss e dei suoi familiari. I servizi di vigilanza, ma anche di protezione pure previsti dalla legge, dovranno tenere conto dell’enormità dei delitti e delle stragi che lo stesso Brusca ha confessato.

La strage di Capaci: la scheda sullʼomicidio di Giovanni Falcone

L’ex boss che il 23 maggio del 1992 azionò il telecomando che innescò la strage di Capaci, uccidendo il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro, era stato arrestato nel 1996 nel suo covo in provincia di Agrigento e dopo alcuni anni ha iniziato a collaborare con la giustizia. Sarebbe stato scarcerato nel 2022.

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