Italiani prigionieri, il sopruso dura un altro mese: è la maledizione di Conte

Francesco Storace

La maledizione di Giuseppe Conte si abbatte ancora una volta su di noi, come se il tempo non si debba fermare mai. Il coprifuoco fabbricato dall’ex premier continua a imbruttire la nostra vita, che da quindici mesi è incapsulata in una mascherina e guai a scordarsela in casa. E ci chiediamo che cosa abbiamo fatto di male anche a Mario Draghi: è un accanimento insopportabile quello che viene deciso dai nostri governanti di ieri e di oggi.

Stavolta, per il coprifuoco, la prendiamo peggio del solito, perché ci speravamo in un passo in avanti. Un passo verso il popolo italiano, il suo diritto a vivere e a respirare in pace. Anche di notte. Invece ci regalano sessanta minuti, come se avessero di nuovo spostato le lancette dell’orologio tra ora legale e ora serale. Ma di legale non c’è davvero nulla, se non nella forma di un decreto legge senz’anima e senza logica. Il presidente del Consiglio che festeggiammo solo quando uscì da Palazzo Chigi ci chiuse col chiavistello alle 10 della sera, dopo avere avuto la faccia tosta di smentire per settimane una simile misura. Tutti dentro casa, lo faceva per il nostro bene, il bellimbusto a reti unificate. «Sapete, ce lo chiede il comitato tecnico scientifico». Ma non era vero. Peccato averlo saputo solo mesi dopo. Proprio Conte lo aveva negato, il coprifuoco, agli inizi di ottobre: «Non c’è nessuna intenzione da parte del governo di chiudere ristoranti, bar e locali né di anticiparne l’orario di chiusura introducendo di fatto un coprifuoco». Il 24 ottobre decise esattamente il contrario. Con i suoi Dpcm che non dovevano passare al vaglio del Quirinale, né essere votati dal Parlamento. Era sufficiente dire bugie. A Palazzo Chigi la menzogna fatta premier.

Poi, abbiamo festeggiato l’arrivo del presidente delle riaperture «calcolate», Mario Draghi. Ma il coprifuoco rimane e la rabbia ti monta in testa. Perché ci «concedono» le 23 per un paio di settimane, poi le 24 come una seconda caramellina per qualche tempo e il 21 giugno, se siamo bravi, ce lo tolgono di mezzo. Un altro mese dalle finestre di casa. Sembra davvero una gigantesca presa in giro. Che quando è ordita da un galantuomo ti manda al manicomio. Non si lamenti il presidente del Consiglio se gli toccherà sentire e leggere la parola sopruso. Perché non ce ne sono di più adatte a descrivere il momento. Probabilmente a me non serve a nulla sapere – non facendo vita mondana – se questa restrizione c’è ancora o meno. Ma vivaddio speravo fosse finalmente arrivato il tempo di smettere di togliermi il diritto e la libertà di cenare e rientrare dopo essere stato bene con parenti e amici quando lo dico io e non quando lo pretendete voi.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.