Roma riprende il suo potere. Ma va riformata

Le domande sono retoriche. Di sicuro sono ben coscienti della posta in gioco il premier Mario Draghi e il ministro Renato Brunetta, ma è lecito dubitare che direttori generali e alti dirigenti pubblici si rendano davvero conto della responsabilità storica loro affidata. Temiamo che, a meno di rivoluzioni radicali, valga la mesta conclusione di un insigne conoscitore della materia, Sabino Cassese: “Queste potenti forze della conservazione, in particolare quelle pubbliche, … rifuggono dai compiti generali, sono interessate agli interventi decisione per decisione, in sostanza a cogestire, in funzione del self-aggrandizement (l’autocelebrazione)”.

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