Coprifuoco e riaperture, il nuovo decreto dal 24 maggio: per il premier Draghi «serve ancora un po’ di pazienza»

di Monica Guerzoni

ROMA Chiedendo «ancora un po’ di pazienza» ai promessi sposi che aspettano con ansia una data per la ripartenza dei matrimoni, Mario Draghi ha frenato in diretta tv l’impazienza dell’ala aperturista della sua maggioranza. Il presidente del Consiglio comprende le esigenze dei partiti di intestarsi ora il rilancio del turismo, ora lo slittamento del coprifuoco, ma è determinato a non bruciare le tappe e forse anche un po’ stufo di essere tirato per la giacca. Quando avverte «dobbiamo essere attenti a bilanciare le ragioni dell’economia con quelle della salute», conferma che il governo non farà fughe in avanti. Il coprifuoco non sarà cancellato e ci vorrà ancora qualche giorno perché si decida di farlo slittare alle 23.

Alle tre del pomeriggio l’ex presidente della Bce è alla Camera per il suo primo question time. I deputati domandano e il capo del governo risponde. Forza Italia, in asse con la Lega e con Italia viva, è in pressing per spalancare porte e finestre e cancellare del tutto il divieto di circolazione. Il capogruppo di FI Roberto Occhiuto attacca «i rigoristi dell’esecutivo precedente», ricorda che «il presidente Draghi non è Conte» e invoca una data certa per le attività ancora chiuse, come il wedding. Quando tocca a lui, il premier rivendica un «approccio graduale a seconda dell’andamento epidemiologico» e formalizza la strategia.

I matrimoni

Niente accelerazioni sulle riaperture e niente strappi, l’Italia vista da Palazzo Chigi non può ancora permettersi assembramenti e feste. Quelle delle nozze poi «sono una occasione di socialità che può favorire i contagi». E qui il presidente assicura di comprendere «la preoccupazione di chi si accinge a sposarsi», concede una nota di memoria personale («il festeggiamento è un desiderio che abbiamo avuto tutti»), ma poi allontana brindisi e confetti: «È fondamentale avere pazienza per evitare che una occasione di gioia e spensieratezza si trasformi in un potenziale rischio per i partecipanti». In compenso il governo ha stanziato 200 milioni per l’anno in corso e altri indennizzi arriveranno nel nuovo decreto sostegni la settimana prossima.

Il coprifuoco

L’altolà di Draghi vale anche per altri settori e per quei leader di partito, come Salvini e Renzi, che intonano all’unisono «basta coprifuoco». Le decisioni sul calendario delle riaperture saranno prese lunedì 17, nella cabina di regia che Draghi ha voluto posticipare rispetto alle aspettative del centrodestra di governo. In quella sede saranno date «maggiori certezze» e quindi una data «al comparto del wedding, che ha subìto danni significativi» e sarà fissato il giorno in cui il coprifuoco cambierà. Di cancellarlo Draghi non vuole saperne, in linea con le scelte di Francia e Germania. «Se riapriamo troppo presto il rischio è che il virus torni a diffondersi» ha avvisato ieri a Berlino il presidente del Robert Koch Institut, Lothar Wieler, in conferenza stampa con il ministro alla Sanità tedesco, Jens Spahn.

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