Sputnik, l’adenovirus messaggero si replica: ecco perché il Brasile lo ha bocciato

di Cristina Marrone

Il consiglio di amministrazione di Anvisa, l’autorità sanitaria del Brasile, ha votato all’unanimità per non approvare il vaccino russo contro Covid-19 Sputnik V (qui le slide che spiegano il perché). In un primo momento era emerso che la decisone fosse stata presa perché lo staff tecnico del Brasile non era stato in grado di sciogliere alcuni dubbi sul processo di produzione del vaccino russo per mancanza di informazioni. Ma ora sta emergendo qualcosa di molto più inquietante, come ha anche segnalato il virologo Roberto Burioni su Twitter perché l’Agenzia sanitaria ritiene che Sputnik V possa presentare rischi per la salute. «Il problema di Sputnik sembra essere grave. Il vaccino dovrebbe essere costituito da virus incapace di replicarsi, mentre tutti i campioni analizzati in Brasile contenevano virus in grado di replicarsi. Non stupisce la bocciatura all’unanimità» scrive il virologo dal San Raffaele di Milano.

Come funziona

La tecnologia utilizzata nella produzione dello Sputnik V è quella del vettore virale adenovirus. Tramite questa tecnica, il codice genetico di Sars-Cov-2, il virus di Covid-19, viene inserito nell’adenovirus, il quale, somministrato agli esseri umani attraverso l’inoculazione, stimola le cellule del corpo a produrre una risposta immunitaria. Gli adenovirus sono virus con una naturale capacità di replicazione nel corpo umano. Quando viene utilizzato per l’immunizzazione, tuttavia, questa capacità deve essere neutralizzata, cosa che non è avvenuta nei campioni di Sputnik valutati da Anvisa.

Un gene non eliminato
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