Conte fa melina e Casaleggio punta su “Dibba”Bozza automatica

Domenico Di Sanzo

Potrebbe essere una dichiarazione di Davide Casaleggio a sbloccare lo stallo in cui si è cacciato Giuseppe Conte, rifondatore del M5s. «Casaleggio qualcosa farà, Conte ormai aspetta l’annuncio del divorzio da parte di Rousseau per partire», spiegano trafelate fonti del Movimento. Tra i Cinque stelle circola l’ipotesi che sia stato proprio Conte a impedire un accordo con il figlio del cofondatore Gianroberto, che invece nelle ultime settimane aveva lanciato criptici segnali di dialogo. Ignorati dall’ex premier, deciso a liberarsi di tutte le sovrastrutture del vecchio M5s. Ignorato l’ultimatum di Casaleggio, scaduto ieri, sul ripiano dei debiti, l’avvocato foggiano aspetta che a fare la prima mossa sia il presidente dell’Associazione Rousseau. Così da prendere atto della separazione e provare a organizzare un partito con un contenitore diverso e un’altra piattaforma. Spetta a Casaleggio muovere la pedina, come scritto da lui stesso l’8 aprile, il giorno dell’ultimatum al M5s. «Siamo costretti, a causa dell’enorme ammontare di debiti, a definire una data ultima: il 22 aprile 2021 – scrivevano da Rousseau – qualora i rapporti pendenti non verranno definiti entro questa data, saremo costretti a immaginare per Rousseau un percorso diverso». Per certi versi si tratta di un assist per Conte, che ha come unico obiettivo quello di rivoluzionare il Movimento. Rinviando però a data da destinarsi la discussione sul terzo mandato.

Però l’ex premier è preoccupato da un possibile epilogo legale del divorzio con Casaleggio. Il guru potrebbe creare problemi sul simbolo. Mentre continuano insistenti le voci su una sua volontà di mettere su un nuovo partito, con alla guida Alessandro Di Battista. Dibba che ieri è tornato a scrivere su Twitter dopo tre anni per rilanciare un suo articolo scritto per il giornale online Tpi. Nonostante le congetture, pare che Casaleggio non voglia fondare un nuovo movimento. Almeno non subito. Nel caso di un fallimento della leadership di Conte, c’è ancora uno spiraglio aperto nei confronti del M5s. Ad oggi è la stessa strategia di Di Battista. L’ex deputato romano preferisce stare alla finestra. Con lui Virginia Raggi, personaggio decisivo per il futuro dei grillini. A ottobre un risultato positivo della Raggi a Roma e una delusione per i candidati giallorossi nelle altre città, potrebbero rappresentare un’occasione per destabilizzare Conte.

Nelle ultime ore viene declinata con accenti diversi la questione dei dati degli iscritti. Il titolare dei dati è il M5s, il trattamento è in capo a Rousseau. Quindi Conte non dovrebbe avere problemi a ottenere il database. Restano invece le incognite della nuova piattaforma e dello Statuto, che certifica l’osmosi tra il Movimento e l’associazione di Casaleggio. Perciò l’avvocato potrebbe fondare un nuovo partito, sotto le mentite spoglie del Movimento. Dall’altro lato, il guru è convinto che senza Rousseau sarà difficile gestire i Cinque stelle. Perché passano dalla piattaforma non solo le votazioni, ma anche la certificazione delle liste e la tutela legale per Garante e capo politico.

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