Covid, il coprifuoco serve per ridurre i contagi? Che cosa dice la scienza

di Cristina Marrone

La scelta del governo Draghi di confermare il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino anche in piena estate ha sollevato malumori tra i cittadini ma soprattutto tra i ristoratori che speravano in una boccata di ossigeno con i locali aperti anche di sera. Difficile immaginare ristoranti deserti entro le 22 nelle grandi città o nelle località marine nei mesi di giugno e luglio. Da più parti era infatti stato proposto di allungare almeno di un’ora il periodo di «libera circolazione» chiudendo tutto alle 23 (dal momento in cui la cena sarà possibile solo all’aperto, dove i contagi sono meno probabili se viene mantenuto il distanziamento.

L’obiettivo di limitare le interazioni sociali

Il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha spiegato in una nota che «alla luce delle situazione epidemiologica attuale, il Cts in una strategia di mitigazione del rischio di ripresa della curva epidemica, ritiene opportuno che venga privilegiata una gradualità e progressività di allentamento delle misure di contenimento, ivi compreso l’orario d’inizio delle restrizioni di movimento». «A livello nazionale dare un’ora in più a milioni di persone per interagire vuol dire dare milioni di chance in più al virus di circolare» aggiunge l’immunologo Sergio Abrignani, membro del Cts. L’idea di base che ha portato al mantenimento del coprifuoco è dunque limitare le interazioni sociali tra la popolazione più giovane, quella che si muove di più e che sarà l’ultima ad essere vaccinata.

Viola: spostare di un’ora non cambia nulla per i contagi

Antonella Viola, immunologa, professoressa ordinaria di Patologia generale all’Università di Padova, al contrario, è favorevole ad allungare di un’ora il coprifuoco, arrivando alle 23, a patto che vengano mantenuti i controlli: «La chiusura alle 22, a fronte di un beneficio del tutto discutibile per i contagi, crea un danno enorme ai ristoratori. Chi sta pensando o si è organizzato con strutture all’aperto ha bisogno di fare due turni. Inoltre i ragazzi per eludere il problema dormiranno tutti insieme, con feste illegali notturne e questo è molto peggio». Su Facebook scrive che « Spostare il coprifuoco di 1 ora, alle 23, permetterebbe ai ristoratori di affrontare con maggiore fiducia la ripartenza. Così come aiuterebbe il mondo dello spettacolo, duramente colpito dalle restrizioni. E non cambierebbe invece nulla dal punto di vista dei contagi, a patto che continuino i controlli. Sono piccoli passi che vanno incontro alle esigenze di tante persone e che farebbero la differenza». Il rischio è che con i tempi ridotti tutti si vedranno alle stesse ore, senza possibilità di «spalmare» gli avventori di bar e ristoranti

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