Banche, rischia di saltare la proroga a famiglie e imprese delle moratorie da 300 miliardi di euro

Sandra Riccio

I nodi economici stanno velocemente venendo al pettine. Riguardano i 300 miliardi di euro di moratorie sui finanziamenti a 1,3 milioni di imprese e sui prestiti concessi a 1,4 milioni di famiglie. La fine di queste moratorie è stata più volte spostata in avanti dal governo in modo da concedere ossigeno alle aziende e ai bilanci familiari. Visto il quadro di grave difficoltà in cui versa il Paese, la prossima scadenza, che è il 30 giugno, sarà quasi sicuramente di nuovo prorogata.

C’è però un passaggio che potrebbe accendere una miccia pericolosa che porterà a far esplodere una enorme bomba, prima economica e poi sociale. Questo passaggio arriva dall’Europa: «L’Eba, l’autorità europea delle banche, potrebbe decidere di mettere fine al periodo di sospensione deciso per le rigide regole sugli accantonamenti chiesti alle banche che hanno prestiti in moratoria. Una fine di questa pausa metterebbe in difficoltà molte banche italiane, in particolare quelle più piccole e medie».

L’allarme arriva da Arturo Artom, imprenditore e fondatore del think tank Confapri. La data cruciale su cui tenere gli occhi sarà quella del prossimo 30 giugno. «Se l’Autorità non concederà un ulteriore sospensione sulla delicata normativa sugli accantonamenti così detta della “Forbearance”, vale a dire della tolleranza, allora dal 1° luglio inizierà uno tsunami che travolgerà prima il mondo economico e poi quello sociale – dice l’esperto -. Questo perché le banche saranno costrette ad accantonare tra il 7 e il 10% del valore del finanziamento e del mutuo concesso e si troveranno con enormi problemi di bilancio da risolvere.

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