AstraZeneca, la linea di Draghi: non si può scusare chi non rispetta i contratti

di Marco Galluzzo

AstraZeneca, la linea di Draghi: non si può scusare chi non rispetta i contratti

ROMA Lo aveva in qualche promesso. Forse sarebbe meglio dire previsto. In ogni caso Mario Draghi era stato l’unico a sollevare il tema nel corso del Consiglio europeo del 25 febbraio: ai colleghi europei lo aveva detto chiaramente, non ci possiamo permettere di lasciare uscire dai nostri confini quantità di vaccini prodotti anche in stabilimenti europei, almeno se le aziende farmaceutiche non ottemperano gli impegni contrattuali presi con Bruxelles e a cascata con gli Stati membri.

«Le aziende che non rispettano gli impegni non possono essere scusate», aveva messo a verbale il presidente del Consiglio e non è chiaro se fosse già stato informato dalla Farnesina della richiesta di Astrazeneca di esportare in Australia 250 mila dosi di vaccini infialati ad Anagni. Ma è probabile, visto che la richiesta del colosso farmaceutico era arrivata al ministero degli Esteri 24 ore prima.

Mario Draghi ne fa un punto di principio e lo ha detto sia nelle sedi internazionali che europee: non si tratta di scarsa solidarietà verso Paesi terzi, o addirittura verso Paesi che hanno meno risorse della Ue, si tratta intanto di un obbligo contrattuale che non può essere disatteso e di una «questione di credibilità», un concetto che per il nostro capo del governo è cruciale: come potremo nel medio periodo coordinare la distribuzione di vaccini di produzione europea, anche verso Paesi del Terzo Mondo, se prima «non siamo credibili verso i nostri stessi cittadini».

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.