Scuola: in 24 province contagi oltre il limite. E Trento e Bolzano dicono no alle chiusure

di Gianna Fregonara

Dice il ministro della Salute Roberto Speranza che c’è «massima attenzione» sulla scuola e che c’è «l’impegno di tutto il governo perché questo passaggio venga vissuto nel modo migliore». Ma la chiusura di tutte le scuole nelle zone rosse, dalle materne alle superiori, «con la didattica a distanza per ogni ordine e grado» e solo nei casi eccezionale gravità quando si verificano «oltre 250 casi ogni 100mila abitanti, nei 7 giorni», è la misura più importante e combattuta del primo Dpcm dell’era Draghi. Ci sono volute diverse riunioni con i governatori, il parere del Cts e lo studio dell’Istituto superiore di Sanità per decidere. Ancora ieri mattina, un ultimo aggiornamento: la chiusura, se si supera il limite dei 250 casi non sarà automatica ma decisa dai governatori. Questo permette subito alle due province autonome di Trento e Bolzano di annunciare che non chiuderanno le scuole elementari perché hanno scelto la via del monitoraggio e dei tamponi.[an error occurred while processing this directive]

La linea Bianchi

Non è passata neppure la proposta del ministro Patrizio Bianchi di legare la chiusura delle scuole a quella dei negozi. Anzi, per i servizi di asporto si sono allargate le maglie dei divieti. E la scelta drastica di poter ricorrere alla Dad per tutti anche nelle zone arancioni se i contagi nel Comune superano la soglia indicata nel Dpcm vuol dire che nel giro di poco tempo i due terzi degli studenti potrebbero essere a casa.

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