l subgoverno dei peggiori

Teresa Bellanova, capace di lasciare fieramente la poltrona dell’Agricoltura, si è presa uno strapuntino ai Trasporti e Francesco Paolo Sisto di Forza Italia, noto per avere difeso Berlusconi nel processo barese sulle escort, è precipitato alla Giustizia, tanto per tenere calmi gli animi di chi teme la longa manus dell’ex Cavaliere sulla gestione dei tribunali, mentre un imbarazzato Pd ha giocato a figurine: un maschio di qua una femmina di là. Ma il folklore si mischia alla sostanza come il latte nel caffè, se persino Nicola Molteni, falco dei decreti sicurezza, è stato piazzato di fianco a Luciana Lamorgese, che si spera abbia dimenticato quel tweet del suo nuovo braccio destro in cui era ritratta formato gigante di fianco alla scritta: “Il governo dei clandestini”.

Si potrebbe insistere, ma servirebbe a poco, se non a replicare questa tortura perfetta, ciclica, semplicemente brutale, riflesso di un ceto politico, e purtroppo di un Paese, precipitato da anni in un infantile stato confusionale.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sostiene lucidamente che il pane lo si può fare solo con la farina che danno gli italiani, ma è complicato pensare che fosse impossibile fare meglio di così. A meno che non abbia ragione il filosofo Alain Deneault a sostenere che i poteri costituiti non deplorano i comportamenti mediocri, li rendono inevitabili. Sarebbe bello che almeno Mario Draghi si sottraesse alla regola. Se non è troppo tardi.

LA STAMPA

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