La pandemia ci ha rubato 20 milioni di anni di vita

di Elena Dusi

Centodieci milioni di contagi e 2,4 milioni di morti nel mondo. Non sono gli unici numeri capaci di dare l’idea delle dimensioni della pandemia. Un’équipe di ricercatori americani ed europei ne ha aggiunto un altro: la somma degli anni di vita perduti. L’ondata del coronavirus ha spazzato via 20,5 milioni di anni dall’umanità. Il calcolo, riportato su Scientific Reports, comprende solo 81 paesi, per non rendere l’analisi troppo complicata, e si basa sulla durata della vita media nelle varie nazione. Dimostra che il Covid ha un impatto tra 2 e 9 volte superiore rispetto alla normale influenza e che è dunque impossibile dire che le due malattie sono più o meno equivalenti. In Italia, in particolare, gli anni persi per il Covid sono 7,5 volte superiori all’influenza.

Tre quarti degli anni di vita sono stati persi da persone morte a meno di 75 anni. In Italia, dove gli anziani hanno pagato un prezzo molto alto, questa percentuale scende al 50%. A livello mondiale, quasi un terzo degli anni di vita sono stati persi da persone morte al di sotto dei 55 anni. Gli uomini hanno sofferto le perdite più importante: il 45% in più delle donne. Ognuna delle vittima ha perso in media 16 anni di vita. Avendo incluso nel calcolo solo 81 paesi e solo fino al 6 gennaio, al denominatore va usata una cifra inferiore a 2,4 milioni, cioè poco meno di 1,3 milioni. La gravità del Covid resta comunque inferiore a quella delle malattie di cuore: a lui sono imputabili fra un quarto e la metà degli anni di vita perduti per colpa dei disturbi cardiovascolari. Ma l’Italia qui si discosta dalla media: nel nostro paese il Covid ha fatto pagare un prezzo leggermente più alto delle malattie di cuore.

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