Fabrizio Pregliasco: “Qui rischiamo una nuova ondata il pericolo sono asili ed elementari”

PAOLO RUSSO

Nella guerra tra virologi Fabrizio Pregliasco, una cattedra in materia all’Università di Milano, ritiene giusto ma impraticabile al momento un lockdown locale. «Rischiamo la rivolta sociale». Ma chiede di rendere più rigorose le misure per le zone gialle. E sui vaccini sostiene che non è più tempo di limitare la produzione a chi detiene i brevetti.

Cosa dobbiamo attenderci se le varianti del Covid diverranno presto prevalenti in Italia?

«Sicuramente un aumento anche importante dei contagi, probabilmente anche dei decessi e dei ricoveri, se fossero confermati i dati dell’ultimo studio britannico della London School che stima un rischio di morte più alto del 58%. Sono stime ancora approssimative, ma ci dicono che dobbiamo tenere più alta l’attenzione».

Anche gli ospedali rischiano di finire sotto stress?

«Prima dell’aumento dei decessi arriva sempre quello dei ricoveri. In questo momento nel nostro Paese assistiamo a un calo della mortalità, dopo i picchi raggiunti tra novembre e dicembre. Ma se non facciamo presto ad adottare delle contromisure rischiamo una nuova ondata».

Sta dicendo che non bastano le misure previste per le zone gialle ed arancioni?

«Bisogna dare atto al nostro sistema a colori di aver funzionato, perché siamo l’unico paese europeo a essere riuscito a flettere la curva dei contagi pur adottando misure più morbide. Ma ora serve fare di più, soprattutto rafforzando le restrizioni delle zone gialle, che così danno un po’ l’idea del liberi tutti».

Il lockdown generalizzato proposto da Ricciardi sarebbe dunque eccessivo?

«E’ la soluzione più efficace. Ma anche la meno sostenibile, con la rabbia sociale che cresce.

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