“Smartphone ai bimbi vietato per legge”. La sottosegretaria: fissare regole e limiti

Lei cosa propone?

“L’obbligo di presentazione di un documento d’identità al momento dell’iscrizione su Facebook, Instagram o Tik Tok. Collegare l’iscrizione all’identità digitale Spid è una buona idea. Poi, servono più poteri alla polizia postale e più divieti e sanzioni ai provider. Non bisogna dimenticare la formazione dei genitori, troppo lontani da questi strumenti. E i ragazzi devono conoscere a memoria il codice penale in materia: bisogna istruirli, sapendo cosa rischiano se infrangono la legge”.

Se fosse vietato l’utilizzo ai più piccoli, non vedremmo più genitori al ristorante che fanno mangiare i figli mettendogli YouTube o un cartone animato. Forse, senza il cellulare-baby sitter, mamma e papà tornerebbero a educare come una volta.

“È inammissibile vedere bimbi di 2 o 3 anni incantati al ristorante con lo smartphone. Un cellulare a una certa età va proibito, ma il limite va fissato in base alle diverse età: come avviene per la divisione dell’Italia a colori, occorre modulare i divieti a seconda delle età. Un telefonino in mano puoi averlo, per esempio, a partire dalla quinta elementare. Ma questa non è una gara a chi centra l’età giusta. Si deve pensare, inoltre, a telefoni con meno funzioni per i più piccoli: smartphone adatti a ogni età”.

Però serve una stretta. Le norme attuali non bastano.

“Sappiamo che sui social è vietato l’ingresso ai minori di 14 anni. Ma questo non avviene quasi mai: l’84% dei ragazzi tra i 10 e i 14 ha un profilo social, non dichiarando la verità all’accesso oppure avendo un genitore che lo copre”.

Scienziati di livello internazionale paragonano il telefonino a un’arma. In America non si entra a scuola con la pistola, anche se si ha il porto d’armi. Perché in Italia non si riesce a vietare agli studenti di stare in classe con lo smartphone?

“Io sono favorevole a proibire l’uso dello smartphone a scuola: provoca solo distrazione e danni intellettivi. Quando entri, lo consegni, poi lo riprendi all’uscita”.

La pandemia sta svuotando la vita dei ragazzi, che si rifugiano nell’unica realtà permanente: quella finta dello smartphone. Così rischiano un futuro di disturbi fisici e psichici?

“Molti ragazzi non vogliono più uscire, hanno difficoltà a socializzare. Se hanno sviluppato una dipendenza, confondono la vita reale con la vita digitale”.

QN.NET

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