Conte al Senato Diretta Fiducia con 156 voti. Sì di Nencini (Iv) e di due senatori di Fi

«Serve riforma strutturale della Giustizia, la chiede la Ue»

«È chiaro – prosegue poi Conte – che sulla giustizia abbiamo una delle riforme strutturali che ci attende, è uno degli oggetti delle raccomandazioni europee. Intanto è stato programmato l’aumento della dotazione organizzata dei magistrati di 600 unità. Nel Recovery troverete uno stanziamento di 1,3 miliardi per rendere più spedita la nostra giustizia e per smaltire l’arretrato». «Il rimbalzo del terzo trimestre è stato tra i più alti d’Europa, il 15,9%. Gli ultimi dati ci spingono a confermare per il 2020 un calo del 9%, sensibilmente inferiore a quello previsto in estate e minore di altri Paesi europei». «Si è detto che abbiamo dato meno ristori di altri Paesi? È un’affermazione destituita di fondamento. Grazie a quella rete di protezione il pil è calato meno del previsto ed è stato compensato anche il deficit».

Il ricordo di Borsellino

«Parliamo in questi giorni tanto di Coronavirus – continua – c’è un virus forse peggiore, rimane il virus della mafia. La difesa della legalità è ragione ontologica del governo, è nel nostro dna. È una deliberata strategia di azione, sarà sempre così finché il governo sarà qui». «Il 19 gennaio è il giorno della nascita di un grande personaggio che non voleva fare l’eroe, Paolo Borsellino, nacque 81 anni fa», aggiunge il premier, ricordando il magistrato vittima della mafia. E l’Aula a Borsellino tributa un applauso: tutti i senatori in piedi.

«Iv ha scelto la via degli attacchi»

«Renzi ha ricostruito le ragioni del discutere la fiducia oggi. A me però non sembra che quando abbiamo trattato dei temi concreti non si sia trovata una soluzione. Il Recovery Plan non è stato elaborato in qualche oscura cantina di Palazzo Chigi ma in incontri bilaterali con tutti i ministri, anche quelli di Iv. La bozza, che avete voluto distruggere anche mediaticamente, era frutto di un primo confronto a livello bilaterale con i ministri». E ancora: «Sul Recovery occorreva un confronto, un momento collegiale, perché restava il problema di scelte strategiche, tirare fuori la politica, dare una visione. Ma il confronto collegiale si può fare anche con toni tranquilli e leale collaborazione. L’effetto finale è stato bloccare per 40 giorni il Recovery: avremmo potuto incontrarci e in una ventina di giorni dare al Parlamento una versione aggiornata che è stata migliorata anche grazie al vostro contributo, ma grazie a tutte le forze di maggioranza e nessuno può avere la pretesa della verità nelle soluzioni più proficue per il Paese».

Fiducia a Conte, Renzi in Senato: serve governo più forte, suo arrocco è dannoso. Indecente mercato di poltrone

«Avete ritenuto che la cabina di regia non era accettabile? Ma quando mai non è stata discussa? Il risultato è che ora dobbiamo affrettarci e il lavoro è urgente, perché ce lo chiede anche l’Ue. Quando si sceglie la via del dialogo, e voi lo sapete, non avete mai trovato porte chiuse. A un certo punto avete scelto la strada dell’aggressione e degli attacchi mediatici, avete cominciato a parlare fuori e non dentro. La rispettiamo ma possiamo dire che forse non è la scelta migliore negli interessi del Paese?».

«Sul Mes le forze di maggiorana sono divise ma per dare altre risorse per la sanità dovremmo aumentare il deficit e quindi il debito pubblico. In ogni caso è contraddittorio contribuire al miglioramento del Recovery e poi non accettarlo perché non c’era il Mes». 

«Ho spesso difeso le vostre istanze – continua Conte rivolto a Iv – ma a un certo punto avete preso una strada diversa, che non è quella della leale collaborazione. Diciamolo di fronte a tutti». «Poltrone? Quando sento questa parola io non mi vergogno di dire che stiamo seduti su queste poltrone. Non è importante – lo dico ai cittadini – dire ‘non sono interessato alla poltrona’ ma essere interessati a star seduti con disciplina e onore», replica poi alle parole di Renzi che nel proprio intervento ha parlato di «indecente mercato di poltrone».

«Senza numeri governo a casa»

«Certo c’è un problema di numeri», riconosce poi Conte e aggiunge: «Se non ci sono il governo va a casa, non va avanti». «Noi abbiamo chiesto contributi ad un progetto, con scelte chiare e valoriale, con una chiara vocazione europea e atlantica. Si basa su un solido dialogo sperimentato già da almeno tre forze di maggioranza ma è ben aperto a chi vuole migliorarlo, a chi vuole dare un contributo leale. È un patto di fine legislatura, ci sono tutti i margini per offrire un rendiconto ai cittadini su ciò che stiamo facendo». «Comprendo la diffidenza sollevata ad esempio da Quagliariello: ha obiettato che il mio invito ai volenterosi ha una logica di annessione, un richiamo che ricorda i tempi bui del Novecento. Ma il mio è un invito franco, fatto in maniera aperta di fronte al Paese, vista la gravità della situazione. Non possiamo permetterci di condurre questo invito in modo opaco». «Stavamo già lavorando sul patto di fine legislatura – conslude Conte – Subito dopo l’eventuale fiducia valuteremo un tema di cui stavamo già discutendo: come rafforzare la squadra di governo». 

Le comunicazioni

«Questo è un passaggio fondamentale nella vita istituzionale del nostro Paese – ha detto il presidente del Consiglio durante le comunicazioni questa mattina -. I numeri sono importanti, oggi lo sono in modo particolare, ma ancor più importante è la qualità del progetto politico. Chiediamo a tutte le forze politiche: aiutateci a ripartire con la massima celerità, a rimarginare la ferita profonda che la crisi ha creato nel patto di fiducia con cittadini».

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Un minuto silenzio ed applauso per Macaluso

L’Aula del Senato ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Emanuele Macaluso, scomparso oggi. Il momento di raccoglimento, è stato seguito da un applauso unanime dell’Assemblea in piedi. È stato chiesto dal capogruppo del Pd Andrea Marcucci.

«Mi associo, a nome del governo, a questo ricordo del senatore Macaluso. Io credo che anche chi non ha condiviso le idee politiche possa condividere che è stato un grande protagonista della vita politica e culturale italiana», ha detto il premier Conte.

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Conte: «Nella pandemia maggioranza responsabile»

Di fronte alla pandemia il governo ha dovuto «operare delicatissimi, faticosissimi, bilanciamenti dei princìpi e dei diritti costituzionali. In questi mesi così drammatici, pur a fronte di una complessità senza precedenti, questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo – certamente anche con fatica – convergenza di vedute e risolutezza di azione, anche nei passaggi più critici». È uno dei passaggi delle comunicazioni del premier Giuseppe Conte nell’Aula del Senato, un discorso che ricalca quello già pronunciato ieri in Aula alla Camera.

«Abbiamo coltivato – sottolinea – un costante e serrato dialogo con tutti i livelli istituzionali, a partire dalle Autorità regionali sino a quelle comunali, nella consapevolezza che solo praticando indefessamente il principio di «leale collaborazione» sarebbe stato possibile perseguire strategie di intervento efficaci, considerato – a tacer d’altro – che le competenze in materia di gestione sanitaria sono rimesse primariamente alle Regioni».

IL MESSAGGERO

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