Il Ristori 5 sulla rampa di lancio: 10 miliardi per cancellare le tasse sospese nel 2020

di CLAUDIA MARIN

Roma – Il pacchetto Ristori 5 è di fatto sulla rampa di lancio dopo che l’altra notte il governo ha varato un nuovo scostamento da 32 miliardi di euro: nel giro di pochi giorni arriverà anche il decreto legge con le nuove misure per fronteggiare il protrarsi dell’emergenza Coronavirus. In cantiere ci sono la proroga della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti fino a giugno, lo slittamento dell’invio delle cartelle esattoriali fino a fine mese, in attesa di varare anche la cosiddetta rottamazione-quater, ma, principalmente, un piano di indennizzi da 10 miliardi per le imprese che hanno subito i contraccolpi della crisi e delle chiusure in corso. 

A confermare l’operazione nel suo complesso è lo stesso Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che parla di “rimodulazione della riscossione” e di nuovi interventi in arrivo. E’ il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, a mettere in campo, invece, l’ipotesi concreta di ulteriori 18 settimane di cassa integrazione, almeno per le piccole aziende. Senza contare l’apertura alla richiesta dei sindacati di un prolungamento del blocco dei licenziamenti, in scadenza a fine marzo, fino al 30 giugno. 

A sua volta, il Ministro Francesco Boccia spiega che il decreto Ristori 5 ha “la massima priorità” e che la crisi “non ci impedirà di correre per garantire tempi rapidi” ai nuovi aiuti ad hoc per lo sci e agli interventi “cospicui” per bar e ristoranti e su tutte le attività penalizzate dalle chiusure. Lo schema prevede infatti un nuovo Cdm subito dopo il via libera delle Camere al nuovo extra-deficit. La fetta più cospicua delle risorse messe in campo con il provvedimento in arrivo riguarda, infatti, le attività economiche rimaste chiuse o semi-chiuse in questi ultimi mesi. In ballo 10 miliardi di euro, che verrebbero utilizzati non per dare nuovi aiuti attraverso l’Agenzia delle Entrate ma per evitare il pagamento delle tasse sospese nel corso del 2020. Si tratta, però, di stabilire il criterio in base al quale le imprese potranno usufruire della cancellazione delle imposte: in gioco la perdita del fatturato del 30 per cento nel corso dello scorso anno. 

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