Crisi di governo, in Europa nessuno capisce Renzi

Mai come stavolta la crisi è affare internazionale, nello specifico europeo. L’Italia ha la più grossa responsabilità del recovery fund, 209 miliardi di euro di responsabilità. Certo, l’Europa si è assicurata il recovery plan italiano, approvato dal consiglio dei ministri alla vigilia della crisi aperta ieri da Renzi con il ritiro degli esponenti di Italia Viva dal governo. E, certo, ora c’è tempo fino a quando arriveranno i nuovi fondi europei, raccolti sul mercato dalla Commissione: bisogna aspettare le ratifiche dei 27 Stati membri della parte relativa all’introduzione di nuove risorse proprie (web tax, carbon tax, ecc). Ma la crisi al buio provoca stupore all’estero e comunque non tranquillizza, visto il bottino di soldi che l’Italia deve gestire.

Le esigenze diplomatiche di non ingerenza negli affari politici di un paese straniero impongono il ‘Come va?’ e frenano i messaggi. Ma non tutti. Il ministro agli Affari europei Enzo Amendola ne riceve di espliciti: “Se le faccio vedere tutti gli sms che sto ricevendo farebbe degli scoop incredibili – dice ospite a Skytg4 – Tutti i colleghi europei mi hanno scritto, sono molto preoccupati. L’ultimo messaggio l’ho ricevuto dal ministro svedese”.

“La stabilità dell’Italia è un bene prezioso anche per l’ Unione Europea – dice il presidente del Parlamento europeo David Sassoli – Siamo sicuri che il Presidente Conte e le forze di governo sappiano superare questo momento di difficoltà proteggendo gli italiani dall’irresponsabilita’. Il piano varato dal governo italiano è fondamentale per la ripresa ed il futuro della nuova Europa”.

I media stranieri intanto mettono a fuoco il problema. Se fino a una settimana fa parlavano dei venti di crisi in Italia come di una conseguenza delle tensioni sul piano di ripresa, oggi puntano i riflettori su Renzi, l’attore che ha aperto la crisi, pur approvando il piano di ripresa del governo (astensione di Italia Viva in Consiglio dei ministri). E allora si scatenano. Fanno fatica a comprendere la vera ragione del caos. 

“‘Demolition Man’ Renzi mette sotto sopra Roma”, titola il Financial Times. “La crisi italiana minaccia di ostacolare il Recovery plan di Bruxelles”, scrive il quotidiano finanziario della City, che in questi giorni ha seguito con attenzione gli sviluppi della situazione politica italiana. “La mossa di Renzi potrebbe essere stata pensata per rafforzare il potere di interdizione del suo piccolo partito e la sua stessa immagine personale, ma potrebbe facilmente ritorcersi contro di lui, mentre il Paese combatte la pandemia”.

“La traballante coalizione tra gli impopolari populisti e l’establishment del centro-sinistra rischia l’implosione tra lotte di potere e dispute ideologiche sui fondi Ue”, scrive il New York Times. “L’Italia – prosegue il Nyt – si trova ora in un periodo di incertezza politica, ma che ora è molto più pericoloso a causa della pandemia”. El Pais: “Renzi apre una crisi di governo ritirando le sue ministre dall’esecutivo Conte”. Il Guardian: “Il Paese verso nuove elezioni dopo che l’ex premier ritira il partito dalla coalizione”. Le Figaro: “il governo italiano in crisi dopo le dimissioni di due ministre”.

L’Italia non è l’unica in Europa a sperimentare una crisi di governo in piena pandemia. In Estonia il premier si è dimesso per uno scandalo di corruzione. In Olanda, dove comunque si vota il 17 marzo, il premier Mark Rutte sta decidendo cosa fare, dopo un enorme scandalo: secondo un’inchiesta parlamentare, tra il 2012 e il 2018, con false accuse, il governo de L’Aja avrebbe negato i sussidi a famiglie povere che ne avevano diritto. Molti di questi genitori sono di doppia nazionalità.

La differenza è che la crisi italiana si presenta all’Europa senza un evento scatenante, se non nelle azioni di Renzi. E dunque resta incomprensibile. “In Europa Conte è considerato un partner serio che ha portato un po’ di stabilità. Nessuno capisce cosa stia facendo Renzi”, dice all’AdnKronos l’eurodeputato olandese Bas Eickhout, vicepresidente dei Verdi.

Giovedì Conte parteciperà alla videoconferenza dei leader europei per un aggiornamento sulla pandemia. Sempre che non si sia già insediato un altro premier (cosa ritenuta improbabile nei Palazzi istituzionali italiani). Ci andrebbe anche da sfiduciato o dimissionario, eventualmente. Perché in Consiglio europeo i leader sono insostituibili. Se sono costretti a mancare l’appuntamento, devono delegare altri leader, non possono inviare sostituti dal governo.

L’HUFFPOST

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