Ristrutturazioni, meno limiti sulle cubature. Non servirà il permesso per demolire e ricostruire con modifiche

di Luca Cifoni

In Italia semplificare non è semplice. Il decreto che aveva questo obiettivo, approvato dal governo nel mese di luglio, dovrebbe ora trovare piena applicazione per quanto riguarda l’edilizia con la circolare che le ministre Dadone e De Micheli hanno inviato a Regioni, Province e Comuni e ai vari Provveditorati per le opere pubbliche. La novità più rilevante riguarda il concetto di “ristrutturazione edilizia” che viene decisamente allargato andando a includere anche gli interventi di demolizione e ricostruzione nei quali risultano alterati la sagoma, il prospetto, il sedime (ovvero la superficie su cui poggiamo le fondazioni) e le caratteristiche tipologiche. In tutte queste circostanze era necessario finora, per procedere, chiedere un permesso di nuova costruzione, salvo nel caso in cui i lavori fossero motivati da esigenze di adeguamento alla normativa anti-sismica. Ora invece questa procedura più rapida sarà possibile anche quando l’intervento ha altri obiettivi: migliorie all’accessibilità, installazione di impianti tecnologici e di efficientamento energetico. I due dicasteri fanno notare che si potrà anche aumentare la volumetria se ciò risulterà funzionale alla rigenerazione urbana. APPROFONDIMENTI

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Contemporaneamente però sono introdotti anche alcuni “paletti” di cui tener conto quando si ha a che fare con immobili sottoposti a vincoli previsti dal codice dei beni culturali: in questi casi non saranno ammessi aumenti di volumetria e sarà necessario mantenere le caratteristiche tipologiche originarie.

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