Covid e crisi demografica: popolazione italiana sotto quota 60 milioni

di Luca Cifoni

Era previsto che ci si arrivasse, ma all’inizio del 2031. Invece l’aumento della mortalità legato al Covid, unito alla persistente crisi delle nascite, ha dato una drastica accelerazione al declino demografico del nostro Paese, riportando già a fine agosto la popolazione residente sotto la soglia dei 60 milioni. Sotto di poco, certo; e sulla base ad una rilevazione che è ancora provvisoria. Ma si tratta di una tendenza che difficilmente cambierà di intensità nei prossimi mesi. Anzi, i 59.991.186 residenti conteggiati dall’istituto di statistica nell’ultimo bilancio demografico mensile in realtà non tengono conto della seconda ondata dell’epidemia, che sta provocando – come già a marzo ed aprile – un incremento della mortalità probabilmente anche superiore a quello segnalato dai bollettini sul coronavirus.

E nemmeno risentono di un altro fattore più volte segnalato dal presidente Gian Carlo Blangiardo, l’effetto dell’attuale incertezza sulle scelte riproduttive degli italiani: già per il mese di dicembre si attende un ulteriore calo delle nascite legato ai mancati concepimenti di marzo. A fine anno i nuovi nati sarebbero 408 mila, contro i 420 mila del 2019 che erano già il minimo dall’unità nazionale, mentre nel 2021 si scenderebbe a quota 391 mila.

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