Manovra, Bankitalia incalza sul Recovey plan: “Sia dettagliato, evitare sprechi”. Istat: “Donne più colpite da crisi”

Istat: nuovi nati nel 2021 previsti al minimo, sotto 400 mila

Sui profili maggiormente impattati dalla crisi si è concentrata l’Istat, rilevando che in linea generale ha interessato di più il Mezzogiorno e i giovani. “Ma questa volta sono state soprattutto le donne – maggiormente impiegate nei servizi (il settore più colpito con 809 mila occupati in meno rispetto al secondo trimestre 2019) e in lavori precari – a subire gli effetti maggiori: nel secondo trimestre del 2020 si contano 470 mila occupate in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (323 mila in meno tra quelle con contratto a tempo determinato) e il tasso di occupazione femminile 15-64 anni si attesta al 48,4%, contro il 66,6% di quello maschile, collocandoci al penultimo posto della graduatoria europea, appena sopra la Grecia”, ha rimarcato il presidente Gian Carlo Blangiardo. “I dati sull’occupazione femminile in Italia permangono preoccupanti nonostante il livello di istruzione femminile sia sensibilmente maggiore di quello maschile”, ha aggiunto. Secondo Blangiardo, un effetto della crisi impatterà anche la demografia: dopo il minimo di 420 mila nuovi nati del 2019, le previsioni sono ancora in calo: 408 mila quest’anno e 393 mila nel 2021.

Ristorazione e cultura, con le chiusure delle attività (e la cassa) un colpo allo stipendio da mille euro al mese

Guardando invece ai settori coinvolti dalle restrizioni e ai contraccolpi sul lavoro, l’Istat ha elencato le figure professionali più colpite: spiccano camerieri, baristi, cuochi, commessi ed esercenti delle vendite al minuto, collaboratori domestici e badanti; tra le poche professioni in crescita si segnalano invece i tecnici programmatori o elettronici e gli addetti alle consegne.

Altro ambito indagato nelle simulazioni è quello del taglio al cuneo fiscale confermato in Manovra, che secondo l’Istituto vale in media 1.100 euro annui a beneficiario, mentre l’importo medio per famiglia beneficiaria è più alto, soprattutto nella metà più ricca della distribuzione dei redditi. Tra i redditi medio alti, si registra l’importo medio più elevato (1.614 euro), la quota maggiore di beneficio (28,6%) e la più alta concentrazione d’individui (28,5%) e di famiglie beneficiarie (25,3%). La sola misura in manovra conferma di favorire le famiglie con redditi più alti: il 72,5% dei beneficiari appartiene al 40% più ricco della distribuzione dei redditi che si vedono attribuire il 71,2% del beneficio totale; nel 40% più povero si trova il 10% circa dei beneficiari che rappresentano gli unici percettori in famiglie numerose. Il meccanismo di riduzione graduale fa sì che il beneficio medio per individuo e per famiglia sia decrescente al crescere del reddito. Grazie alla nuova detrazione il bonus irpef viene esteso a 4 milioni di individui, appartenenti a 3,85 milioni di famiglie con un beneficio per individuo pari a 917 euro.

Corte dei Conti: “Incertezza su riforma fisco”

La Corte dei Conti mantiene l’analisi sul doppio binario della necessità delle misure emergenziali e dell’opportunità di passare a individuare riforme strutturali e investimenti. In particolare, dicono i magistrati contabili nella loro memoria, su questo secondo versante “non si può non rilevare come la mancanza di elementi qualificanti delle misure che si intende assumere in temi di particolare rilievo, come quello della riforma fiscale rischia di depotenziare anche lo stesso effetto di stimolo atteso dalle misure”. Secondo la Corte “la presentazione, in contemporanea con la legge di bilancio, di disegni di legge delega, che delineino i profili dei principali progetti di riforma, avrebbe chiarito le direttrici su cui ci si intende muovere e reso più consistente l’impatto sulla crescità. Quanto alle entrate, “è importante l’impegno di destinare alla riduzione della pressione fiscale le risorse recuperate con lo sforzo per il riassorbimento di sacche di evasione ed elusione. Tuttavia, la perdurante mancanza di un disegno definito per l’intervento sulla composizione del prelievo e i ritardi accumulati dalla struttura amministrativa per la sospensione dell’attività di accertamento riducono il carattere operativo della misura, mentre ancora incerte sono le modalità e i tempi della riformà, aggiunge la Corte, facendo riferimento ai “numerosi rinvii di azioni per liberare risorse per una riduzione dell’onere fiscale e mantenere i conti pubblici su un percorso di riduzione del debito”.

Upb: politiche di bilancio troppo vaghe

Pisauro ha spiegato che rispetto alla validazione del quadro programmatico della Nadef da parte dell’Upb, il quadro è cambiato. “Il decreto Ristori ter e la relazione al parlamento prevedono rispettivamente 2 miliardi e 8 miliardi da utilizzare in un quarto decreto, contemporaneamente in questa fase convulsa sono emerse nuove informazioni dal monitoraggio della ragioneria generale che portano il disavanzo al 10,4%, pur scontando i ristori 1 e 2, cui si aggiungono gli 8 miliardi. La linea finale è un disavanzo che con ogni probabilità sarà leggermente superiore al 10,8% della Nadef, con cui si chiuderà il 2020. Ritengo necessaria questa delucidazione, visto che c’è una certa confusione”.

Altri rilievi: “In un contesto di forte incertezza sul fronte della pandemia e del quadro macroeconomico e considerata la complessità di individuare puntualmente interventi orientati alla crescita e caratterizzati da elevata efficacia e possibilità di realizzazione (oltre che dal requisito di eleggibilità per il programma Next Generation Eu), la struttura della politica di bilancio risulta parzialmente indefinita”. Nella Manovra, ha spiegato Pisauro, “si intrecciano misure ancora emergenziali, elementi di interventi strutturali e indicazioni di larga massima sull’utilizzo dei fondi europei, in un insieme accompagnato da una serie di norme di dettaglio microsettoriali”.

Cnel: “Superare logica emergenza”

Discorso simile per il Cnel che suggerisce di evitare interventi troppo frammentati e pensare invece a misure strategiche di ampio respiro e con effetti di lunga durata. E’ questa l’indicazione arrivata dal presidente del Cnel, Tiziano Treu, in audizione sulla manovra davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato. “L’azione di Governo in questi mesi ha dovuto fronteggiare situazioni di disagio e gravi criticità economiche sociali, per rispondere alle quali ha moltiplicato i provvedimenti di emergenza, con un susseguirsi di interventi di ristoro a favore di imprese e di lavoratori. – ha spiegato Treu – Il Cnel ha riconosciuto che molti di questi interventi sono stati necessari per fronteggiare le criticità della emergenza, e hanno permesso di ridurne l’impatto sulle persone sulle famiglie e sulle imprese. Tuttavia, non possiamo non rilevare che la loro grande frammentazione rischia di ridurre la efficacia delle misure e di disperdere risorse e che la gran parte delle disposizioni della legge risente ancora troppo della logica dell’emergenza, a scapito delle indicazioni circa le priorità strategiche che devono sostenere la manovra e che sono necessarie per affrontare le grandi sfide dei prossimi anni”.

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