Capodanno con il coprifuoco, il piano del governo per blindare il Natale

di Alberto Gentili

Ora che l’epidemia sta frenando, adesso che il picco sembra a un passo e comincia la discesa dei contagi con l’indice Rt di trasmissione del virus vicino all’1, a far paura è il Natale. Da qui l’idea, che sta prendendo quota nell’esecutivo, di introdurre misure restrittive a ridosso di Natale (il 19 o il 23 dicembre), con una durata fino al 6 o al 10 gennaio.

La prima: divieto di oltrepassare i confini comunali, in modo da impedire riunioni di famiglia allargate, visto che per fine dicembre tutta Italia sarà presumibilmente zona gialla (dunque non saranno più in vigore le attuali limitazioni della mobilità tra Regioni e Comuni). La seconda: coprifuoco anticipato alle 21 o addirittura alle 20, per evitare che si riuniscano a cena gruppi di familiari non conviventi. In più, a questa stretta, si accompagnerà una campagna di «responsabilizzazione» e l’appello a ricorrere ai tamponi rapidi. «Questi test, che per la fine del mese prossimo saranno sicuramente molto diffusi, ci metteranno a riparo dai contagi in famiglia», dice Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, «così si trascorrerà un cenone in tranquillità, sapendo che chi siede a tavola con noi non è portatore del virus».

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I timori per le feste

Il governo teme infatti, come spiega un ministro, che le festività si trasformino «in un formidabile moltiplicatore dei contagi, innescando una terza ondata a gennaio, con nuovi tristi primati di decessi». Perché «nulla è più rischioso delle riunioni di famiglia: basta che uno solo parente sia positivo per contagiare tutti gli altri».

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