Una ciabatta chiamata desiderio

di   Massimo Gramellini

Che cosa ha spinto centinaia di persone ad accalcarsi ieri mattina nei supermercati di una multinazionale, infrangendo ogni regola di distanziamento per acquistare scarpe e ciabatte che gli stessi acquirenti definiscono brutte? I prezzi bassi, dirà qualcuno. E allora che cosa ha spinto altre centinaia di persone sui siti di e-commerce, poche ore dopo, a pagare centinaia di euro per quelle stesse scarpe che la mattina ne costavano tredici? Mettiamola così: tutto ciò che si è risparmiato sulla materia prima e sulla manodopera (non oso immaginare la paga di un operaio che confeziona scarpe da tredici euro) lo si sarà speso per consultare psicologi. Anche un oggetto brutto può diventare desiderabile, se è prodotto in numero limitato e scompare immediatamente dal mercato. Basta incentrare il messaggio pubblicitario sulla limitata disponibilità — «fino a esaurimento scorte» — e poi esaurirle in fretta, quelle scorte, non ponendo limiti all’accaparramento: ieri c’era gente che usciva dai supermercati con manciate di ciabatte nel carrello, per andare a metterle subito in vendita sul web a prezzo maggiorato.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.