Sapessi come è strano stare distanti a Milano. Traffico e gente a spasso: lockdown fa flop

di MARIANNA VAZZANA

Ora di punta del primo martedì da lockdown autunnale. Nel quartiere Corvetto, ma è così anche nella zona di Maciachini o sulla circonvallazione vicino ai Navigli e in generale nei diversi spicchi della città, la zona rossa non si percepisce. Basta rivolgere lo sguardo alle strade della città, nuovo epicentro dell’epidemia: rombi ai semafori preannunciano lo scatto dei veicoli in attesa, che arriva puntuale non appena la luce diventa verde. Nei parchi cittadini, non c’è la folla di appena tre giorni fa, quando una bella domenica di sole ha attirato migliaia di milanesi sui prati a godersi il sole, sulle panchine o nei campi da basket. Come nei supermercati ci sono file di clienti in paziente attesa, tanti anche anziani, e piccoli assembramenti ai banchi dell’ortofrutta o davanti agli scaffali dei prodotti che vanno per la maggiore. La mattina, i genitori sciamano – a piedi o in auto – per portare i figli piccoli nelle scuole rimaste aperte.

L’eccezione è nel pieno centro storico, dove il silenzio è rotto quasi soltanto da passaggi di tram, qualche taxi sparuto o moto. Tante, invece, le biciclette. La situazione che appare sotto gli occhi girando di quartiere in quartiere rende lontani, nella realtà, gli scenari che si prefiguravano la settimana scorsa ricordando il primo lockdown, quando per le strade sembrava essere calato davvero il deserto, con pochissimi veicoli in movimento salvo mezzi pubblici e serpentoni fuori dai supermercati accanto a sfilze di serrande abbassate. In questa che è una ’chiusura più soft’ rispetto alla precedente, considerando il numero di negozi aperti, le scuole per i più piccoli ancora “in presenza” e le attività consentite, per le strade pulsa ancora la vita.

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