La “profezia” di Bertolaso “Cosa accade tra 15 giorni” ​E spunta ipotesi lockdown

Martina Piumatti

AncheGuido Bertolaso la vede molto dura. Secondo l’ex capo della Protezione civile e consulente del governatore Fontana per l’emergenza coronavirus in Lombardia, il mezzo lockdown imposto con l’ultimo Dcpcm non basta per frenare l’impennata di contagi.

E, intervistato da Il Corriere della sera, non usa mezzi termini. “Credo che sarebbe meglio fermare del tutto il Paese per un mese, subito, siamo ancora in tempo. Con uno stop generale, da un lato potremmo cercare di arrestare la diffusione, dall’altro permetteremmo al sistema di riorganizzarsi. Resettiamo l’Italia, senza aspettare di vedere se le nuove misure sono state efficaci”.

Perché ora è peggio di marzo

I diagrammi dei conatgi Covid fanno paura. E le previsioni anche. In assenza di misure ancora più drastiche la curva di positivi, ricoveri e morti avrà “un’impennata insostenibile”. Secondo Guido Bertolaso, a metà novembre saremo come a fine marzo. Anzi, peggio. Perché mentre in primavera l’epidemia riguardava Lombardia e Veneto, ora dilaga in tutta Italia, colpendo anche le aree risparmiate durante la prima ondata. “Il virus si è sparpagliato ovunque, anche le Marche non sono messe bene”, osserva l’ex capo della Protezione civile da Civitanova dove, dopo quello del Portello, ha curato la progettazione di un Covid Center di terapia intensiva appena riaperto.

Il nodo sanitario

I segnali d’allarme ci sarebbero già tutti. Dal servizio sanitario con l’acqua alla gola alla carenza di letti in ospedale e in terapia intensiva, al taglio di sale operatorie e reparti ordinari fino alla scarsità di medici qualificati per rispondere all’emrgenza incalzante. “Va bene, a marzo siamo stati colti di sorpresa. Adesso no”, tuona Bertolaso.

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