Autostrade, Sapelli: “Attenti ai fondi esteri. È la soluzione peggiore”

di ANTONELLA COPPARI

Dopo i Benetton, i fondi stranieri: professor Giulio Sapelli, come giudica la soluzione che si sta prefigurando per Autostrade?

“È la soluzione peggiore – risponde l’economista e storico –. Non c’è nessuno Stato al mondo in cui un’infrastruttura strategica finisca per essere governata da fondi speculativi, non a cosiddetto ’capitale paziente’. Questo significa consegnarsi a ciò che nei libri viene definito capitalismo estrattivo, cioè quello che va nei Paesi del terzo mondo e preleva tutto ciò che può prelevare di utile e di rendita”.

Non le pare di essere troppo pessimista?

“Secondo me l’Italia è messa molto male. Prima l’Ilva in mano alla società franco-lussemburghese ArcelorMittal, ora Autostrade: mi pare che continui la sudamericanizzazione del Paese. Sia ben chiaro: non sono per principio contrario all’ingresso di stranieri, ma far gestire a fondi internazionali che hanno come obiettivo la massimizzazione del profitto un asset strategico, a me non sembra la scelta giusta”.

Quali caratteristiche dovrebbero avere i fondi stranieri per non essere unfit, inadatti cioè, ad amministrare infrastrutture strategiche?

“Devono essere fondi tipo Cerberus, che non vogliono fare subito utili. Considero calzante la definizione che il dottor Palermo ha dato per Cassa depositi e prestiti (Cdp): capitale paziente. Ecco, dovrebbero essere un capitale paziente. Questi purtroppo sono impazienti di avere soldi e spesso sono incompetenti”.

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