Toghe al voto per eleggere l’Anm. Sfida tra la sinistra di Area e la destra di Mi

di LIANA MILELLA

ROMA – Una magistratura compromessa dal caso Palamara. A sanare la quale non può certo bastare la radiazione dell’ex pm. Un Csm profondamente diviso sul caso Davigo, per il quale domani in Consiglio è il giorno decisivo. Le correnti delle toghe divenute simbolo di trattative sotto banco per ottenere un posto ambito anziché luoghi di dibattito ideale e giuridico.

È in questo mare magnum che cadono le elezioni per il nuovo parlamentino dell’Associazione nazionale magistrati, per tutti l’Anm. Con il rischio, agitato da più parti,  che una corrente – la conservatrice Magistratura indipendente, per anni (ma c’è chi dice tuttora) feudo del deputato renziano Cosimo Maria Ferri – decida di spaccare il sindacato unitario dei giudici per mettersi per conto suo, forte di un’alleanza con un gruppo di fuoriusciti dalla centrista Unità per la costituzione, per tutti Unicost. E di una possibile alleanza con la neonata ArticoloCentouno, il cui leader, Andrea Reale, giudice a Ragusa, aveva già tentato nel 2012 con Proposta B di scalare l’Anm con risultati assai modesti (fu eletto solo lui). Ma i tempi sono cambiati, e la sua battaglia per sorteggiare il Csm potrebbe portargli più consensi di allora. 
La prima elezione online 

Per 36 posti corrono in 155. Divisi in 5 liste. Voteranno – da oggi a martedì – per rinnovare il “parlamentino” del sindacato dei giudici. Sarà l’Anm del “dopo Palamara”. Tant’è che, a parte un caso (per giunta con una citazione indiretta), non c’è alcun nome in corsa che ricorra nelle ben note chat dell’ex pm in cui decine di colleghi si raccomandavano per avere i posti migliori dal Csm. I 7.100 magistrati che si sono iscritti per votare lo faranno – per la prima volta nella loro storia – online, da casa o dall’ufficio. L’avevano deciso già a maggio dopo un doppio rinvio dovuto al Covid. Ci sono state resistenze, perché la scadenza naturale sarebbe caduta a marzo. C’è chi voleva votare subito. E con il metodo tradizionale. Ma ha prevalso la prudenza e anche la voglia di sperimentare un voto online che se non fosse stato deciso oggi avrebbe creato difficoltà. 

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