Coronavirus in Lombardia, per le terapie intensive arriva l’ondata. Ora una strategia d’urgenza per gli ospedali

Dopo il dato stabile delle terapie intensive di venerdì, ieri l’impennata. «Una situazione complessa che purtroppo ci ricorda la primavera, quando pazienti già ricoverati, come successo ieri, peggiorano di colpo. Aumentando il denominatore sale anche la probabilità di giornate così nere», spiega Giuliano Rizzardini, responsabile delle Malattie infettive del Sacco. La situazione è complessa. «Un cambiamento radicale degli ultimi giorni — continua Andrea Gori, primario del Policlinico —. Facciamo appello a una grande responsabilità all’interno dei nuclei familiari, perché la crescita dei casi gravi dipende proprio dal progressivo alzarsi dell’età media, ormai sopra i 50 anni. Fortunatamente la popolazione più fragile e anziana si sta riparando. Questa l’unica vera diversità rispetto a marzo».

Ovvio che in momenti così si cerchi di allargare lo sguardo. Se fino a qualche giorno fa l’Italia intera vantava un andamento migliore rispetto ai cugini europei, la tendenza racconta ormai gli stessi problemi che si stanno vivendo a Parigi o a Madrid. «Per questo se in passato l’Italia fu travolta per prima, questa volta, dobbiamo sfruttare il vantaggio temporale e applicare la loro soluzione più decisiva. Domani», continua Gori. Perché l’effetto scuola, sommato a quello della movida, sta moltiplicando verso l’alto l’età dei contagi. Questo ora fa paura e per questo da ieri sera anche le forze dell’ordine stanno monitorando le strade di una città che prova a imporsi un coprifuoco morale. Al termine però di un’altra giornata di tavole rotonde tra vertici regionali, il governatore Attilio Fontana cerca di seminare lucidità: «I dati di questi giorni, emersi grazie ad una massiccia azione di screening, indicano un aumento esponenziale dei contagi e della carica virale correlata. Ma la macchina organizzativa degli ospedali in questi mesi è stata fortemente incrementata. Le decisioni non sono assunte a cuor leggero, ho ascoltato virologi, medici, sindaci, per salvaguardare la vita delle persone e asset sociali come scuola e lavoro».

CORRIERE.IT

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