“Non sei intelligente”, “E tu un pagliaccio”. Trump-Biden, la rissa in tv indigna l’America

paolo mastrolilli

DALL’INVIATO A CLEVELAND. I lavoratori dell’industria del circo hanno protestato, rifiutando ogni paragone col dibattito di martedì a Cleveland, perché loro fanno un lavoro serio. Ma anche se la sfida fra Trump e Biden è stata davvero la peggiore nella storia americana, con relativo crollo degli ascolti del 30%, almeno tre punti decisivi per le presidenziali del 3 novembre li ha marcati: primo, il capo della Casa Bianca non è disposto a condannare i suprematisti bianchi; secondo, non è riuscito a far apparire il suo avversario come un rimbambito; terzo, è pronto a far saltare il sistema democratico Usa, se non sarà lui a vincere.

In teoria, il dibattito aveva sei temi in agenda: la storia dei due candidati, Corte Suprema, Covid, economia, razza e violenza nelle città, integrità delle elezioni. Il moderatore Chris Wallace però ha perso subito il controllo, lasciando che le interruzioni di Trump e gli insulti reciproci prendessero il sopravvento sulla sostanza politica. «Will you shut up?», ha gridato Biden esasperato, esortando a Trump a «tapparsi la bocca». Poi lo ha definito «un clown», «un razzista», «il peggior presidente nella storia degli Stati Uniti», «il cagnolino di Putin». Donald ha detto a Joe che «non c’è nulla di intelligente in te», dandogli del deficiente, e ha accusato il figlio Hunter di aver preso 3,5 milioni di dollari dalla moglie dell’ex sindaco di Mosca. Così ha costretto l’avversario ad ignorarlo e fissare la telecamera, come ha fatto poi molte altre volte, per rivolgersi direttamente agli americani: «Non è vero. È vero invece che mio figlio ha avuto problemi di droga, come molte altre persone che conoscete, ma è riuscito a venirne fuori e io sono orgoglioso di lui».

Sui temi politici le differenze erano note, e non si sono sentite novità. Biden ha criticato il fallimento nella gestione del Covid e la crisi economica che ha provocato. Trump ha ripetuto che ha affrontato il virus meglio di tutti, ha creato la miglior economia, difende legge e ordine. Per l’ennesima volta ha detto che il voto postale è una truffa, evitando di promettere che accetterà il risultato del 3 novembre.

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