Omicidio Lecce, la confessione di Antonio De Marco: «Sì, sono stato io»

di Carlo Vulpio

Antonio De Marco, l’assassino di Eleonora Manta e Daniele De Santis, avrebbe confessato alle prime ore dell’alba. «Sì, sono stato io», ha ammesso. Altro non si riesce a sapere, per il momento. Soprattutto non si conosce ancora il movente del duplice omicidio, avvenuto lunedì sera della settimana scorsa. È trapelata una frase: «La vendetta è un piatto da servire freddo, e almeno per un po’ ti dà sollievo», che De Marco, 21 anni, studente di Scienze infermieristiche a Lecce, avrebbe letto sul web in un sito di argomenti psicologici della grande discarica internettiana e avrebbe fatto propria. Per poi decidersi ad agire, con una lucidità e una programmazione del massacro davvero impressionanti.

Programmazione

Piantine disegnate di suo pugno per evitare le telecamere del servizio di videosorveglianza di via Montello e delle strade vicine, felpa nero con cappuccio, coltello da sub e forse anche una muta, e uno zaino, in cui aveva avuto cura di riporre delle striscette stringitubo che dovevano servirgli a legare le sue vittime prima di finirle – forse pensava di torturarle – e dei solventi per confondere e cancellare ogni traccia. Antonio De Marco era stato coinquilino di Daniele De Santis nel suo appartamento di via Montello nel 2019, tra ottobre e novembre, ma sembra che Eleonora, che in quella casa incontrava Daniele e spesso si fermava lì con lui anche di notte o per qualche giorno, parlava di quell’inquilino sempre con una certa apprensione. Diceva che avergli affittato una stanza non era stata una buona idea, che con lui la convivenza non era facile e insomma sperava che andasse via al più presto. Quest’anno De Marco era ancora locatario di quella stanza, o in forza del vecchio contratto di affitto o perché ne ha firmato un altro, visto che il procuratore di Lecce, de Castris, ha parlato di un contratto di affitto in vigore fino ad agosto scorso.

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