Cosa insegnano i fratelli Bianchi sul referendum

E siccome non c’è due senza tre, anche la sgangherata riforma del numero dei parlamentari – altra medaglia grillina – che domenica saremo chiamati ad approvare o respingere nelle urne referendarie, è decisamente sullo stesso binario del fallimento annunciato. Attenti ai venditori di pentole taroccate. Aiutare chi è in difficoltà, riformare il mercato del lavoro e rendere più efficiente il Parlamento sono obiettivi giusti e nobili se affidati a mani esperte. Viceversa possono diventare dei boomerang, perché come noto al peggio non c’è mai fine. Ovunque mettono mano Di Maio e soci fanno danni, alcuni gravi e irreversibili. Domenica proviamo a salvare quel che resta della democrazia parlamentare votando no sulla scheda referendaria. Quando Di Maio dal balcone di Palazzo Chigi, dopo aver varato il reddito di cittadinanza, annunciò di aver «sconfitto la povertà» non ci disse che si riferiva anche a quella dei fratelli Bianchi, i massacratori di Willy.

Facciamo in modo che lunedì non possa annunciare altre tragedie.

IL GIORNALE

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