Bonus Covid, tutte le scuse dei politici: «Fatto a mia insaputa», «Volevo provocare», «È stata la mia compagna»

di Franco Stefanoni

Bonus Covid, tutte le scuse dei politici: «Fatto a mia insaputa», «Volevo provocare», «È stata la mia compagna»

In alto da sinistra in senso orario: Riccardo Barbisan, Alessandro Montagnoli, Gianluca Forcolin, Diego Sarno, Matteo Gagliasso e Ubaldo Bocci

«L’ho richiesto a mia insaputa e al mio commercialista ho detto “per carità di Dio non farlo mai più», ha raccontato Riccardo Barbisan, consigliere della Lega in Veneto. «Una leggerezza in buona fede, con mia moglie avevo deciso di darlo alla Protezione civile», ha spiegato il collega Alessandro Montagnoli. Per il dem Diego Sarno (ora autosospeso dal partito), consigliere nella Regione Piemonte, le cose invece starebbero così: «Un errore» rimediato appena «vista la somma accreditata sul conto corrente. La mia compagna fa questo di lavoro e da sempre gestisce la contabilità riguardante la mia attività professionale. Ha usato la mia partita Iva per provare la procedura e nella contemporaneità di quelle degli altri clienti ha concluso anche la mia». Sempre in Piemonte, il consigliere leghista Matteo Gagliasso ha dato questa versione: «Il bonus l’ho restituito prima delle ferie. Il commercialista mi aveva detto: “Facciamo la richiesta”. Io poi non ho seguito la vicenda e gli ho detto “fai tu”. Ma ci tengo a sottolineare che, anche dopo la mia elezione, ho continuato a tenere la partita Iva aperta e nel periodo dell’emergenza ho accusato un calo di fatturato. Durante il lockdown , il mio reddito professionale era a zero e le spese continuavano. Ho deciso di vedere come andava, con la volontà di restituire la somma per intero nel caso in cui fossi riuscito a tamponare».

«L’ho fatto per dimostrare lo sbaglio del governo»

Spuntano le giustificazioni degli amministratori locali per avere chiesto e spesso ottenuto i bonus da 600 e poi 1.000 euro di marzo e aprile, previsti per partite Iva e lavoratori autonomi, e decisi dal governo (senza limiti di reddito) per sostenere economicamente le categorie sociali colpite dall’emergenza coronavirus. Finora hanno fatto «outing» consiglieri comunali e regionali (questi ultimi percettori di ricche indennità). Molti lasciano la confessione scritta sui social. Per Ubaldo Bocci, per esempio, che un anno fa sfidò per il centrodestra l’attuale sindaco di Firenze Dario Nardella, si tratterebbe di una strategia mirata: «Volevo dimostrare che il governo stava sbagliando a dare soldi senza distinguere e non dandoli a disabili e tossicodipendenti».

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