La seconda ondata si abbatte sull’Europa. E la Germania trema

Sono infatti oltre 500 gli attuali focolai in Spagna: 800 contagi in un solo giorno in Catalogna e Paesi Baschi già al lavoro per riaprire i Covid-centre e fronteggiare una seconda emergenza. La non discesa dei positivi preoccupa pure l’Austria, che ieri ha emesso una restrizione di viaggio nei confronti proprio della Spagna, con l’eccezione delle isole Baleari e Canarie. La misura scatta dalla mezzanotte tra domenica e lunedì. «Un esplicito avvertimento a non viaggiare» in queste zone, scrive il ministero degli Esteri austriaco, che spiega: i viaggiatori che rientrano dalla Spagna dovranno esibire un tampone negativo al Covid altrimenti sarà quarantena.

Se l’Austria «sconsiglia» tappe verso 31 Paesi, anche Norvegia, Francia, Spagna, Svezia e Gran Bretagna fanno i conti con l’incubo dell’ondata di ritorno. Nei Paesi Bassi è tornato l’obbligo di mascherina anche all’aperto, ad Amsterdam e Rotterdam. Come a Tolosa e nelle principali località balneari francesi, mentre Parigi lo sta valutando con apposita road map.

Ma con l’esplosione di contagi pure in Francia, il riaccendersi di circa 300 focolai e il riattivarsi di restrizioni per l’aumento delle infezioni (più di 1.700 positivi ogni 24 ore, picchi che non erano così alti da fine maggio), le lancette sembrano tornate indietro anche Oltralpe, dove ripartono ricoveri e terapie intensive. Tanto che la Norvegia da sabato introduce la quarantena obbligatoria per i viaggiatori provenienti dalla Francia, dal Principato di Monaco, dalla Svizzera, dalla Repubblica Ceca e da alcuni regioni della Svezia.

Il virus accelera anche in Finlandia. «Situazione estremamente delicata» ammette la direttrice strategica del ministero della Sanità Liisa-Maria Voipio-Pulkki che parla «di secondo stadio» dell’epidemia; nonostante l’aumento, la Finlandia ha però il tasso di incidenza più basso d’Europa. Tocca invece alla Grecia registrare il più alto numero di contagiati dal 29 aprile. Nuove restrizioni pronte anche in Scozia, Svizzera, Belgio e Romania. In Svezia resta il blando invito a rispettare le distanze e l’igiene personale senza allarmismi. Il no di Stoccolma al lockdown primaverile fa ancora discutere, ma il Pil pare averci guadagnato: è l’unica ad aver chiuso col segno «+» il trimestre rispetto al 2019.

IL GIORNALE

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