Taglio dei parlamentari, nel Pd cresce il fronte del No

Sulla linea della richiesta di ‘libertà di coscienza’ (ma, in realtà, per dire ‘voto no’) si attestano intellettuali d’area (Mancina, De Giovanni, Macaluso, Mancina, Asor Rosa, Tronti), ex esponenti di peso del Pd (Castagnetti, Parisi), europarlamentari in carica e non (Benifei, Pittella, Viotti). Insomma, la marea sale.

Del resto, lo stesso Bettini, ha definito la vittoria del Sì al referendum costituzionale, senza la contestuale nuova legge elettorale, un “pericolo per la democrazia”. Avvisaglia del warning del segretario, Nicola Zingaretti, che citando un cattolico (padre Sorge) ha ribadito che “entro il 20 settembre deve arrivare il pronunciamento di almeno un ramo del Parlamento (la Camera, ndr) sulla nuova legge proporzionale”, altrimenti c’è un “pericolo democratico”. Ieri mattina, dalle colonne di Repubblica, sul ‘pericolo’ democratico del ‘combinato disposto’ (taglio secco di 345 parlamentari e mancanza di una nuova legge elettorale), ha rincarato la dose il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio: “Anche se strettissimi i tempi ci sono ancora, urge difendere la Costituzione. La riduzione dei parlamentari abbinata all’attuale legge ipermaggioritaria (Rosatellum, ndr) crea uno squilibrio serio nell’assetto istituzionale del Paese”.

Peccato che il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci, confermando la scelta in favore del proporzionale, inviti gli alleati a tutt’altro appuntamento (“Vediamoci il 22 settembre, dopo le regionali”). Ma a stretto giro esce una nota del Pd che ribadisce quanto sia “fondamentale” per il Nazareno votare ‘prima’ di tale data.

QN.NET

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