Covid, Conte: «Crociere sì, discoteche no. Sulla scuola garantisco io»

Le discoteche

Va bene il divertimento dei giovani «ma sulle discoteche sono molto prudente, sinceramente non mi sembra ancora opportuno concedere il permesso, troppo pericoloso. Si suda, si beve insieme, si sta vicini… Io l’impazienza dei gestori la comprendo, tutto quello che si ferma rischia di essere perduto. So che ci sono famiglie che hanno problemi ad arrivare a fine mese e di questo ci siamo fatti carico, so che la crisi di bar, ristoranti, locali pubblici può influire in maniera pesante. Ma ballare tutti appiccicati come si fa? Questo non è tornare a vivere, è rischiare troppo». In alcune regioni si balla. «È una scelta dei presidenti, non potevamo continuare a fare il cane da guardia e abbiamo ritenuto giusto restituire l’autonomia delle decisioni, ma anche la responsabilità delle conseguenze. Non credo comunque che ci siano governatori tanto irresponsabili da mettere in pericolo le persone, voglio poter credere che nessuno stia rischiando. Con loro ci confrontiamo in continuazione, al di là di qualche discussione non abbiamo mai avuto divergenze serie. Lo può dire il ministro della salute Roberto Speranza o quello degli Affari Regionali Francesco Boccia. Alla fine si rema dalla stessa parte e per questo a tutti dico: aspettiamo ancora qualche settimana, pensiamo a quello che dovremo affrontare…».

I ragazzi e la scuola

Si riferisce alla scuola? Se la sente di garantire che non ci saranno ritardi o nuovi rinvii per la ripresa delle lezioni? «È il mio impegno con i giovani, con le famiglie, con il Paese. È il mio impegno con gli insegnanti, con il personale. La scuola riparte, non ci sono dubbi. Soltanto una nuova e fortissima impennata di contagi, ma io non voglio nemmeno pensare a questa eventualità. Io lo so che non avremo nuove chiusure, che non rischiamo nuovi lockdown. Lo so perché abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare per questo e su questo ogni giorno. Siamo impegnati come governo, come protezione civile, come comitato tecnico scientifico. Siamo tranquilli perché abbiamo creato una rete sanitaria efficace ed efficiente. Se adesso ci lodano tutti i governi stranieri vuol dire che qualcosa di buono abbiamo fatto. Io tutto questo non voglio sprecarlo». In realtà la chiusura delle scuole ha generato moltissime critiche. «Ognuno ha una soluzione e ritiene sia quella giusta, ma poi si devono fare i conti con i problemi concreti. Noi abbiamo gestito un’emergenza che non aveva precedenti al mondo. Non voglio negare che ci possano essere stati alcuni errori o sbavature, ma si tratta comunque di aspetti che hanno avuto un impatto minimo. Invece sulla scuola continuo a ribadire che la nostra era una decisione obbligata, non si poteva fare altrimenti. Chi chiedeva di fare in un altro modo ha dovuto fare marcia indietro quando si è reso conto che si metteva a rischio l’incolumità dei nostri ragazzi e che in ogni caso i ragazzi erano veicolo di contagio per i più anziani».

Lo stato d’emergenza

Tornare indietro, sembra essere questo il timore del presidente Conte. «Noi non l’abbiamo mai fatto sin dall’inizio dell’emergenza. Siamo andati avanti con gradualità e adesso possiamo dire che è stato proprio questo ad aver fatto la differenza. Non è stato facile per me dire a milioni di cittadini che dovevano stare in casa due settimane be poi doverlo ripetere svariate volte. All’inizio qualcuno riteneva fosse più giusto dire lockdown per un mese. E invece no, io ho voluto essere sempre sincero e coerente, mettendo in gioco la credibilità mia e dell’intero governo. Abbiamo sempre agito in proporzione ai dati. L’opposizione dice che avete prorogato l’emergenza, nonostante i dati positivi, per avere maggiori poteri. «Si trattava di una mossa indispensabile e il Parlamento lo ha ben compreso. Ci siamo dati due mesi e mezzo e in questo tempo contiamo di poter affrontare quell’ultimo tratto di strada che ci rimane da percorrere. Per questo voglio dire ai cittadini che il ritorno alla normalità è ormai vicino e queste aperture che inseriremo nel Dpcm lo dimostrano. Ribadirò questo messaggio nelle prossime ore convinto che loro abbiamo già compreso come questa politica dei piccoli passi, procedendo in maniera graduale, ci farà uscire da questa tragedia che ci ha travolti tutti».

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