Covid, Conte: «Crociere sì, discoteche no. Sulla scuola garantisco io»
di Fiorenza Sarzanini
«Sin dall’inizio di questa emergenza ho seguito un percorso all’insegna della cautela, ma anche di misure proporzionate a quanto stava accadendo. Sono convinto che questo governo abbia agito bene e dunque non cambio idea. Per questo dico che adesso è arrivato il momento di non pensare a nuove restrizioni, ma di sostenere una effettiva ripartenza. E se tutti rispetteremo quelle regole ormai minime, ma necessarie, di protezione, insieme riusciremo davvero a tornare alla normalità». Alla vigilia del nuovo Dpcm che dovrà firmare entro la fine della settimana, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha già affidato ai suoi uffici lo schema da seguire. Fino all’ultimo minuto sa che la situazione potrebbe cambiare, la curva epidemiologica potrebbe risalire. Ma i numeri che gli consegnano oggi, con il bollettino aggiornato regione per regione, lo spingono ad essere ottimista, fino a mettere in programma qualche «allentamento». «Sono sempre stato rigoroso, ma non mi pento di nulla. Quando abbiamo deciso di chiudere dicevano che dovevamo tenere aperto. Quando volevano cominciare ad aprire, ci chiedevano di essere rigidi. Mi sono sempre confrontato con ministri e scienziati e ora ho la percezione che se concederemo qualche apertura faremo bene».
Crociere e convegni
Il presidente del consiglio lo dice con prudenza, non si sbilancia. Ma poi parla delle «navi da crociera che devono ricominciare a viaggiare perché il turismo è un pezzo fondamentale della nostra economia», si sofferma «sulle fiere e i convegni che dobbiamo far organizzare, perché soltanto in questo modo tutte le attività possono riprendere», si comprende quale direzione prende questa nuova fase. Le mascherine, le distanze, «sono fondamentali, ma non devono essere percepite come una limitazione. Posso dirlo perché ho richiamato sin dal primo giorno il rispetto delle regole che prevedevano l’obbligo di utilizzare questi dispositivi e adesso ho grande soddisfazione a vedere chi ci derideva costretto a coprire naso e bocca e soprattutto a consigliare a tutti, giovani prima di tutto, che bisogna essere prudenti».
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