L’esplosione a Beirut è stata un attentato o un incidente?


I sospetti che si tratti di un attentato erano stati avanzati inizialmente a causa delle prime notizie circa una seconda esplosione nei pressi della residenza dell’ex premier sunnita Hariri. A ciò si aggiunge la gravissima situazione di crisi economica, politica e sociale interna che causa pericolose tensioni e rigurgiti di violenza. Tuttavia, la tesi dell’incidente appare via via più probabile, alcuni video mostrano un grande fumo in tutta la zona dei capannoni. E le autorità restano caute sulle cause. Pare che prima della deflagrazione maggiore l’area fosse già in fiamme. Anche se nella notte Donald Trump ha rilanciato l’ipotesi-bomba, affermando durante una conferenza stampa di aver parlano con alcuni generali americani, i quali pensano si sia trattato di «una bomba di qualche tipo».

Ancora incerto il numero delle vittime. Il primo bilancio è di decine di morti e 3.700 feriti. I testimoni parlano di auto in fiamme, urla di civili intrappolati sotto le macerie e crolli di balconi a causa dell’enorme onda d’urto: «Automobili sollevate come foglie. Ho visto persone coperte di sangue correre terrorizzate». La terra ha tremato sino a Tripoli, 200 chilometri più a est. «Non si era mai vista un’esplosione tanto grave, neppure durante la guerra civile», sostengono in tanti. Tra i feriti vi sono anche tra gli 8 e i 10 soldati bengalesi del contingente Unifil che dal 1978 ha il compito di controllare il cessate il fuoco al confine con Israele. «Si trovavano al porto per ritirare alcuni container». Il contingente è diretto dal comando italiano. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha specificato che il militare italiano si trovava in un edificio con altri 11 commilitoni (ora trasferiti da Beirut a Shama) ed è rimasto leggermente ferito a un braccio. Sembra che il capannone dove è avvenuta la conflagrazione contenesse esplosivi, in particolare 2750 tonnellate di nitrato d’ammonio. Una prima versione parlava anche di «fuochi d’artificio». Sia Israele che Hezbollah hanno negato qualsiasi coinvolgimento: il primo si è offerto di mandare aiuti, il movimento filo iraniano ha fatto un appello all’unità.

CORRIERE.IT

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