Attilio Fontana ci vuole fare passare tutti per allocchi

Comunque Ferrarella fissa nel 1997 l’inizio dei depositi alle Bahamas (non negli anni Ottanta) e nel 2005 la data di creazione dei due trust da cinque milioni.

Fin qui tutto lecito. Anche le amnesie. Se ce ne fossero, anche le frottole. Certo, stiamo parlando di un amministratore leghista, prima gli italiani, abbasso l’euro, i ladroni di Bruxelles eccetera, con cinque milioni di euro che dall’Italia vanno alle Bahamas e dalla Bahamas in Svizzera (“Curioso vedere quanti benpensanti e moralisti di sinistra saran beccati coi milioni nascosti in Svizzera”, scriveva Matteo Salvini su Twitter nel 2015, l’anno in cui Fontana accede al voluntary disclosure e, omettendone la dichiarazione, evita di farsi beccare coi milioni in Svizzera).

Ci sarebbero poi tutte le date – quella in cui Fontana scopre della commissione dei camici all’azienda di moglie e cognato, quella in cui viene contattato dai giornalisti di Report, quella dell’incredibile bonifico da 250 mila euro al cognato, e come minimo fa una gran confusione – ma sono passaggi sui cui s’è già scritto molto e non si vuole annoiare chi legge.

“Non tollererò che qualcuno metta in dubbio la mia integrità e quella dei miei famigliari”, ha detto ieri Fontana in Consiglio regionale. Però non è tanto tollerabile nemmeno che ci si voglia fare passare tutti per allocchi.

L’HUFFPOST

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