La violenza di Stato

Ma c’è un diritto fondamentale, su cui si fondano tutti gli altri: è il diritto all’inviolabilità e alla libertà dell’essere umano. È un diritto tutelato dal Diritto, e il gioco di minuscole e maiuscole non richiede altre spiegazioni. Sappiamo per statistica dei mille di noi – tre al giorno – ogni anno incarcerati da innocenti. Sappiamo dalle rilevazioni periodiche del numero debordante, in paragone alle medie europee, di donne e uomini reclusi in attesa di giudizio, quindi innocenti secondo la Costituzione, la legge fondamentale su cui abbiamo scelto di edificare la nostra democrazia, e quotidianamente tradita in un silenzio rotto da poche e flebili voci. Chi si ostina a protestare viene chiamato garantista con un accento di disprezzo culminato nella scellerata dichiarazione del responsabile giustizia del Pd (santo cielo), che ha parlato di giustizialismo e garantismo come di opposti estremismi. Ma se il Diritto continua a passare per un trastullo da signorini, nessun altro diritto – all’istruzione, alle cure, al lavoro – sarà mai all’altezza della nostra ambizione di chiamarci Stato di diritto e democrazia liberale. 

Il 2020 è anche l’anno nel quale davanti ai nostri occhi è passato il trailer – le vicende di Palamara – di un film che dovremmo conoscere a memoria, se soltanto ce ne curassimo. Sono sistemi sciagurati e antichissimi di gestione della giustizia e dell’indipendenza della magistratura la cui protervia e la cui impunità si riflettono in quel mare di innocenti in carcere. Ci è venuto disastrosamente comodo alzare l’indice accusatore di ogni nostro male sulla politica, inconsistente e ladruncola, e talvolta ladrona, mentre ci affaccendiamo da mattina a sera in un Paese che ha cancellato ogni regola, e dovrebbero bastare le cifre dell’evasione fiscale e dell’assenteismo per inchiodarci all’evidenza. Ci siamo dunque avvinghiati all’abbaglio di qualche Zorro – la magistratura, i carabinieri – dall’incorruttibile spada puntata sulla pancia dei veri disonesti, perché ognuno di noi è invece un disonesto per modo di dire e per legittima difesa.

Ma se è vero che lo Stato siamo noi, l’incontrovertibile è Papa Francesco: ci siamo illusi di restare sani in un mondo malato.

L’HUFFPOST

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