Sette aggressioni in 12 giorni: Milano ora diventa il far west

L’11 luglio in Stazione Centrale un maliano di 25 anni, senza fissa dimora, con permesso di soggiorno scaduto e con precedenti per droga, è penetrato nella zona riservata ai viaggiatori e ha iniziato a inveire contro tutti e a seminare il panico prima di venire bloccato dagli agenti di Polizia e dall’Esercito. Nello zaino il soggetto in questione nascondeva un coltello con lama da 36 cm. Non è ancora chiaro quali fossero le sue reali intenzioni.

Nella serata successiva, 12 luglio, un gruppo di ragazzi sudamericani plausibilmente appartenenti a una pandilla salivano su un bus della linea 93 in via Valvassori Peroni, zona Lambrate e accoltellavano un cittadino salvadoregno di 23 anni. Quattro fendenti in rapida successione a collo, torace e schiena e poi fuga. La vittima veniva trasferita al San Raffaele in gravi condizioni ma non sarebbe in pericolo di vita, mentre è caccia agli aggressori.

Il 14 luglio due pregiudicati algerini di 18 e 25 anni venivano arrestati per aver tentato di rubare un tablet dallo zaino di un viaggiatore e per averlo aggredito una volta scoperti. Sempre nella stessa giornata, in via Giacosa (zona via Padova) un peruviano di 31 anni veniva arrestato per una rapina messa a segno assieme a due complici ai danni di un passante; rapina avvenuta alle 10 di mattina. È bene poi ricordare l’aggressione a un autista e due vigilantes dell’Atm perpetrata da un 23enneegiziano senza fissa dimora, lo scorso 18 giugno all’altezza di largo Rio de Janeiro, sulla famigerata linea 91, già nota per numerose aggressioni e rapine. I soggetto in questione ha anche sparato con un estintore all’interno del mezzo prima di venire bloccato.

A fine maggio è invece toccato alla troupe della trasmissione “Fuori dal Coro” ad essere minacciata in zona Porta Venezia da alcuni irregolari dediti allo spaccio; punto dove venne già aggredito anche l’inviato di Striscia la Notizia, Vittorio Brumotti.

In soli 12 giorni sono state individuate ben sette aggressioni a Milano, senza contare quelle non denunciate o segnalate, tutte perpetrate da extracomunitari il più delle volte irregolari e con precedenti. Se poi il fenomeno viene ampliato a livello nazionale, il quadro diventa ancor più preoccupante, con numerosissimi casi registrati da Nord a Sud. È lecito chiedersi per quale motivo immigrati irregolari vengano lasciati entrare liberamente, spesso “traghettati” nei porti italiani, per poi essere liberi di scorazzare per il Paese, mettendo in pericolo l’incolumità dei cittadini. Lo Stato non può non essere ritenuto responsabile di tali aggressioni nel momento in cui permette l’ingresso indiscriminato di soggetti potenzialmente pericolosi.

Per quanto riguarda Milano, la città negli ultimi anni è diventata sempre meno sicura, al punto che nel 2018 si è guadagnata il primato della città meno sicura d’Italia e del resto i fatti di cronaca nera accumulati sono più che eloquenti, al punto da guadagnarsi la nomea della “capitale europea delle gang latine“, con tanto di articolo sul quotidiano salvadoregno El Faro, rilanciato anche dalla Bbc in spagnolo e dalla stampa latinoamericana. Visto l’attuale “trend” degli arrivi dalla rotta africana e quella balcanica, la situazione rischia adesso di poter esplodere ancora, visto che questi nuovi arrivi si innestando in una situazione già di per sé delicata e con una trama di interessi criminali italiani e stranieri decisamente fitta.

IL GIORNALE

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