Raggi in cerca del bis, ma fra rifiuti e bus in fiamme Roma è in agonia

Che, infatti, cerca di scardinare la divina regola introducendo il «mandato zero». «Cos’è?», gli chiese l’ingenuo Crimi. «Semplice — rispose Di Maio — Il primo mandato non lo contiamo più. Cominceremo ad applicare la nuova norma dai consiglieri comunali». Cioè, appunto: dalla Raggi. Che annusando aria di ricandidatura, da qualche mese — con l’arrivo di Massimo Bugani, storico socio della piattaforma Rousseau, a guidare il suo staff — ha così iniziato una narrazione della città di stampo kafkiano.

Per capirci: il servizio pubblico della Capitale è in condizioni simili a quello di Mumbai. Con la differenza che a Mumbai, di solito, i bus non prendono fuoco: mentre a Roma sono già 145 quelli divorati dalle fiamme in quattro anni e l’ultimo ad incendiarsi, l’altro giorno, è stato un jumbo-bus della linea 20 (nessun ferito). Le stazioni della metropolitana restano chiuse per mesi, ci sono 8 mila borseggi l’anno, 22 al giorno, e tutti ricordano quella volta che alcuni tifosi del Cska di Mosca furono inghiottiti dalla scala mobile di piazza della Repubblica. Chi usa la macchina, sappia che Roma è seconda solo a Bogotà per le ore perse nel traffico. Ma lei, la sindaca, che fa? Va su Twitter e scrive: «Arrivano a @Roma 1000 monopattini elettrici, a disposizione di cittadini e turisti!». Sempre su Twitter, con entusiasmo, e chiedendo alle redazioni locali di rilanciare la notizia: «Rimossi tre ceppi di albero in viale Luigi Einaudi!». I commenti che seguono sono irriferibili, gli alberi sono secchi, malati, non potati da anni e crollano all’improvviso, come ne è crollato uno martedì alle 15 proprio sotto la redazione romana del Corriere, in via Campania (nessun ferito).

Poi, come scritto prima, ci sarebbe la questione dei gabbiani in picchiata: risalendo il Tevere, hanno trovato il paradiso dei cassonetti stracolmi di rifiuti e si sono stabiliti, diventando aggressivi anche con noi umani (attaccarono Matteo Salvini sulla terrazza di un albergo, mentre stava lì a fare uno dei suoi video-selfie). Poi ci sono branchi di cinghiali nei vicoli di Trastevere, a Bravetta un toro a passeggio tra i negozi, un pitone in via Cipro, i topi sono così grossi che aggrediscono i gatti. La città è infetta. Due giorni fa, anche il sequestro di una parte del Tmb di Rocca Cencia, sei indagati, e lei, la Raggi che va sui social e scrive: «Abbiamo prorogato i termini per partecipare al concorso: “Proteggi il cuore di Roma, disegna la tua vignetta”». Nel Movimento, il miglior alleato della sindaca è Alessandro Di Battista. «Amica speciale e coraggiosa»: in realtà, il grande Dibba — ex aspirante Che Guevara (ma se cresci a Vigna Clara e con un padre fascista, è dura), ex aspirante falegname, ex scrittore di reportage modesti — è terrorizzato dall’idea che al posto della Raggi possa toccare proprio a lui. Va così. Con il Pd distratto (un po’ per complicità governativa, un po’ per pura negligenza). E con il centrodestra confuso (il sogno di Salvini sarebbe candidare la Meloni, ma se solo prova a dirglielo, è la volta che litigano sul serio). Rimbomba — crudele — la voce di Virginia: «Il vento sta cambiando, signori…».

CORRIERE.IT

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