Autostrade, raggiunta l’intesa: passo indietro dei Benetton, entra Cdp | Da Aspi 3,4 miliardi e calo tariffe

Atlantia pronta a cedere l’88% a Cdp – Per l’ingresso di Cdp la proposta prevede un aumento di capitale per acquisire il controllo da parte di Cdp e l’uscita di Aspi dal perimetro di Atlantia. “In alternativa, Atlantia ha dato la sua disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in Aspi, pari all’88%, a Cdp e a investitori istituzionali di suo gradimento”, si legge nel comunicato stampa del Cdm, che aggiunge: “In vista della realizzazione di un rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti, contenuto nella stessa proposta transattiva, Atlantia e Aspi si impegnano a garantire l’immediato passaggio del controllo di Aspi a Cdp”.

Fonti governo: “Richieste accolte da Aspi. O sarà revoca” – “Ci siamo: Aspi sembra aver accolto tutte le richieste del governo. Se non rispettano gli impegni presi questa notte e che sono la base per l’intesa finale, sarà revoca”, dicono fonti governative al termine del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. In nottata, spiegano le stesse fonti, Aspi ha inviato quattro lettere diverse al governo, nelle quali ha man mano accolto “tutte le richieste”

Entro il 27 luglio via all’uscita dei Benetton – Il Consiglio dei ministri ha dunque dato mandato a Cdp e ai ministri dell’Economia e delle Infrastrutture di trattare da un lato per l’uscita graduale di Benetton dalla società, dall’altro per un nuovo accordo su tutti gli aspetti della convenzione. L’interlocuzione di Cdp deve iniziare entro il 27 luglio.

Benetton verso il 10-12% – La svolta è arrivata dopo una serrata trattativa tra le varie anime della maggioranza: Mit, Mef e Cassa depositi e prestiti hanno avuto il mandato di definire da una parte i dettagli della transazione, che dovrà iniziare appunto entro il mese di luglio, dall’altra l’uscita graduale dei Benetton. La famiglia prima scenderà verso il 10-12% dell’azionariato, poi con un’ulteriore diluizione in coincidenza con la quotazione in Borsa di Aspi. Ai ministri Roberto Gualteri, che ha portato sul tavolo del Cdm la proposta finale dell’azienda, e Paola De Micheli, viene dato mandato di definire gli altri aspetti dell’accordo, mentre il premier Giuseppe Conte tiene fino all’ultimo l’arma della revoca: “Se gli impegni assunti questa notte non vengono rispettati, sarà revoca”, avverte un ministro. 

Cdm infuocato – L’ultima trattativa tra il premier e i Benetton si risolve con il capo del governo stretto tra sospetti interni alla maggioranza, l’irritazione di Italia Viva e un M5s particolarmente teso. Gualtieri porta prima una nuova proposta di Aspi ma non basta e parte così una lunga e durissima negoziazione: arrivano così quattro diverse lettere nella notte per perfezionare l’intesa. Conte e il M5s dicono subito che l’assetto societario non li soddisfa: per l’uscita graduale di Benetton serviranno tempi lunghissimi. Una fonte Pd si affretta a dire che non c’è “nessuna divisione”, ma tra i dem ci sono tensioni. Il Cdm si apre alle 23 e poco dopo viene sospeso, suscitando l’irritazione di Teresa Bellanova.

Quando Conte e Gualtieri si riuniscono per decidere come condurre la trattativa finale, la capo delegazione Iv, unico partito apertamente contro la revoca, fa trapelare la sua irritazione, ma è soprattutto quella del Movimento a farsi sentire. A sbloccare la trattativa è la disponibilità dei Benetton allo scorporo di Autostrade rispetto ad Atlantia, al contemporaneo ingresso di Cdp in Aspi e alla successiva quotazione in Borsa. Fonti di governo dicono che si tratta di un passaggio in due fasi (della durata di sei mesi-un anno): prima l’ingresso di Cdp e Benetton che scende al 10-12%, poi la quotazione con una società ad azionariato diffuso in cui potrebbero entrare nuovi soci con un ulteriore abbassamento del peso dei Benetton. In ogni caso, la revoca della concessione non viene tolta dal tavolo, visto che gli aspetti tecnici del negoziato andranno perfezionati. Ma appare molto lontana. 

TGCOM

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