Governo, Orlando: «Una maggioranza ci sarà. Il dialogo con Forza Italia va coltivato con cura»

Sul Mes il premier vi ha rassicurati?
«Noi speriamo si possa sciogliere questo nodo. La pandemia ha messo in luce gli interventi necessari al nostro Sistema sanitario nazionale. Non possiamo perdere questo treno».

Alle Regionali rischiate la batosta. L’appello di Conte al M5S ha smosso qualcosa, almeno in Liguria?

«Credo che il risultato sarà equilibrato. E comunque entrare in campagna elettorale mentre il governo è chiamato ad affrontare grandi difficoltà, con le forze politiche che lo sostengono in competizione tra loro, non è il migliore degli scenari. Conte ha dato una scossa salutare e per noi, fino all’ultimo momento utile, la porta per l’allargamento delle coalizioni è sempre aperta».

Puntate al rimpasto, con Zingaretti vicepremier? O volete davvero cambiare il premier?

«Non siamo interessati a discutere di organigrammi, ma di cose da fare. Conte si rafforza aiutandolo tutti a sciogliere i nodi e a cambiare passo sui dossier, da come utilizzare i fondi Ue, alla scuola, con la massima costruttività e lealtà».

Conte deve intestarsi la guida del Movimento?

«Il cambiamento che il M5S sta attraversando va guardato con attenzione e rispetto, senza fare caricature ma contraddicendo gli elementi di populismo che caratterizzano alcune posizioni. Sono fiducioso sugli esiti di questa evoluzione, ma non mi illudo che sia indolore e non abbia contraccolpi».

Vi preoccupa la «sondaggite» di Palazzo Chigi?

«No, il consenso è una forza. Siamo stati noi i primi a scommettere su Conte riferimento di una coalizione. Ma più dei sondaggi, che in autunno possono cambiare, per Conte e per noi, c’è il problema della vita reale degli italiani. Questa è la spinta che ci muove».

Avete una strategia per evitare la spallata di Salvini?

«Fare le cose. Il dl Semplificazioni è una prima risposta importante. La cosa peggiore sarebbe litigare su come impiegare le risorse. Va raccolto l’invito dei sindacati a stringere un patto sociale».

Berlusconi è disposto a entrare al governo con una maggioranza diversa. Valutate questo scenario, per far passare il Mes?

«Una maggioranza alla fine ci sarà. In tutti i casi il dialogo con FI sui temi fondamentali va coltivato con attenzione. Non stiamo progettando i prossimi mesi, ma i prossimi decenni. L’unità delle forze che si riconoscono nella prospettiva europea è un valore».

Come pensate di approvare la legge elettorale con sbarramento al 5%, che non piace a Leu e a Italia Viva?

«La nota congiunta dell’8 gennaio testimonia che tutte le forze di maggioranza erano consapevoli della mostruosità che deriva dal combinato disposto tra taglio dei parlamentari e rosatellum. Milioni di italiani resterebbero senza rappresentanza. Se c’è stato un cambio di opinione è bene dirlo, ma il tema non può essere rimosso».

Renzi ha 18 senatori, sarà l’ago della bilancia?

«Surreale. Se in autunno non diamo risposte forti su come spendere i fondi Ue, rischia di non esserci più né la bilancia, né l’ago».

CORRIERE.IT


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