Gli aumenti sulle pensioni? Arriva la beffa sugli assegni d’invalidità

Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, secondo quanto scritto da Pensioni per tutti, ritiene che la Corte Costituzionale ha ritenuto manifestamente inadeguata l’importo della pensione di inabilità concessa ai mutilati e agli invalidi civili di età superiore ai 18 anni, per i quali sia accertata una totale inabilità lavorativa. L’importo dell’assegno mensile era, infatti, fino al giorno della sentenza di soli 285,66 euro. “Concordiamo totalmente con l’Alta Corte. E riteniamo che sia stato opportuno riconoscere anche ai beneficiari di questi assegni una somma aggiuntiva che porterebbe l’importo dell’assegno a circa 515€, beneficio che dovrebbe essere esteso anche ai così detti disabili gravissimi”.

Molti potenziali beneficiari ritengono però ingiusto e discriminatorio porre dei limiti. Per accedere alla pensione di invalidità il reddito annuo richiesto deve essere inferiore a 16.984,79. Perché per l’aumento stabilito dalla Consulta il limite reddituale richiesto scende e di molto (circa 6mila euro)? Molti altri si dicono increduli del fatto che la Corte Costituzionale preveda l’aumento solo per le pensioni di invalidità del 100%.

La decisione dei magistrati è stata resa nota dopo aver esaminato una questione sollevata dalla Corte d’appello di Torino, circa i dubbi di legittimità costituzionale di due aspetti inerenti alcuni benefici riservati ai cittadini invalidi al 100%, costretti a non poter lavorare e guadagnare il necessario per condurre un’esistenza dignitosa. Tutti avevano accolto la sentenza come una vittoria. Fino a qualche giorno fa. Quando sono iniziati i mal di pancia. Una vera beffa per quanti sono colpiti da patologie che escludono dal mercato del lavoro. E che sperano in un aiuto dello Stato per tirare avanti.

Sul punto è intervenuto oggi, fiducioso, anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante il question time alla Camera: “Il governo sarà pronto a intervenire per adeguare le pensioni di invalidità ancora oggi a una soglia inaccettabile. Sempre il governo – ha aggiunto Conte – sta già lavorando a un testo che non potrà che essere affinato a seguito della pubblicazione di questa sentenza”.

IL GIORNALE

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