Caro Zingaretti, più fatti e meno tweet o consegnerà l’Italia in mano alla Meloni

A dire niet e porre il veto è stato però il mondo burlandiano, ancora maggioritario nel Pd locale, evidentemente, mondo che non pochi in Liguria non giudicano lontanissimo dal famoso (e ormai quasi riabilitato: mala tempora) “mondo di mezzo” capitolino.

Ora, se lei come segretario che giustamente cinguetta di assurdità per i mancati candidati comuni, al veto cementifero del mondo burlandiano non è in grado di passare sopra asfaltandolo, nell’accezione del linguaggio giovanile, dimostrerà che la sua credibilità (che in politica significa sempre anche forza) ha la caratura gradevole ma insignificante del trillare delle allodole.

E non potrà più – ahimè – muovere appunti ai Cinque stelle per la loro protervia suicida nelle altre regioni. Con quel che segue, visto che è lei per primo a paventare che con un cappotto delle destre alle regionali di settembre caduta del governo e incubo Meloni/Salvini/Berlusconi incombono.

Cominci dunque con un gesto politico, con un fatto, con l’azione, anche per tweet, se preferisce. Dichiari oggi stesso che il Pd in Liguria ha deciso per la candidatura Sansa e/o Massardo (sono certo che date le affinità programmatiche, i due candidati troveranno il modo di dividersi i ruoli in sinergia, altrimenti dimostrerebbero di non essere degni della candidatura) e che chi nel Pd ligure non se la sente di accettare con convinzione e lealtà questa decisione può togliere il disturbo.

Questo atto, immediato, perché in politica i tempi sono decisivi e lei per primo stigmatizza che siete in ritardo enorme, potrebbe essere addotto a virtuoso precedente per avanzare ai 5S una proposta che valga per tutte le altre regioni: candidature di società civile di alto profilo, come si dice: scomode per i poteri fin qui vigenti. Con programmi che prendano lezione dai guasti trentennali resi drammatici dalla pandemia, e virino nella direzione opposta: eguaglianza, onestà, ecologia, competenza, efficienza.

Chi scegliere e come? Poiché su questa pietra inciampa sempre la politica e rivela il suo essere partitocrazia: candidati per i quali i valori solennemente proclamati e i programmi fastosamente promessi siano carne e sangue e fibra della loro stessa esistenza, anziché il solito flatus vocis con assicurato tradimento degli elettori.

Potrebbe lei stesso chiedere ai Cinque Stelle di creare una commissione comune di cinque o sette personalità di area Pd e Cinque stelle, di quelle che i vostri due partiti hanno sempre evocato nei momenti difficili, Carlassare, Zagrebelsky, Barca, Saraceno, Montanari, Urbinati… che consultino tutte le realtà locali di lotta e impegno civico, per individuare i candidati che entrambe le forze si impegnerebbero ad appoggiare.

Oppure si prepari a consegnare l’Italia alla Meloni, oggi accattivantissima madamina patriottica, ma fino a ieri indimenticabile fascistissima, non come giovanile momento esantematico, ma radice e Bildung.

L’HUFFPOST

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