Corruzione in Atm, ecco le falle nella manutenzione: dalla sporcizia ai bulloni svitati

Il giudice delle indagini preliminari identifica così il cuore del malaffare: «Nei casi in cui il controllo viene invece affidato solo al proprio reparto, allora (l’azienda amica di Bellini, ndr) può permettersi di lavorare con superficialità». Alcune ditte esterne che curano per Atm un settore strategico come la manutenzione del metro hanno beneficiato dunque di avvertimenti in caso di ispezioni, blocco delle contestazioni, distorti aiuti sia dal punto di vista tecnico, sia amministrativo. Conseguenza: le aziende che lavorano in un regime tanto distorto espongono la circolazione della metropolitana a guasti e rischi continui.

Frasi che alimentano preoccupazioni: «Io come direttore lavori non ti applico la penale perché i bulloni si son svitati, mettiamola così, però non faccio una bella figura». Senza alcuna considerazione del potenziale pericolo di bulloni che si svitano tra impianti e binari sui quali passano i treni (come nel caso in cui diceva: «Falsifica il cavo, se ne accorgeranno solo se brucia tutta la galleria»).

A settembre 2018 Bellini avverte la «sua» ditta che arriverà un’ispezione: e si raccomanda che si facciano trovare «in ordine con tutta l’attrezzatura antinfortunistica, facciano una manutenzione con i crismi, mettano giu le lampade rosse lampeggianti». Come dire, in tutte le altre notti fate come volete, ma siate in regola quando vengono i controlli. Intorno all’ispezione emerge un aspetto ancor più critico, perché il funzionario si raccomanda di non far scendere in galleria un operaio non qualificato: «Lui non ha finito il corso, non lo ha superato. Ma non è tanto quello, è che loro hanno un elenco di nomi e deve corrispondere al personale che avete voi giu lì, altrimenti salta fuori il casino». Quell’operaio, al di fuori della notte dei controlli, ha sempre lavorato come se nulla fosse.

Un’altra ditta, a inizio 2019, non riesce a partire coi lavori. Ha accumulato 8 mesi di ritardo. Bellini si infuria: «Non sta più in piedi un discorso simile, cioè non riesco più a giustificarlo». Anche i ritardi, come i bulloni che si svitano e i congegni sporchi, sono danni per l’azienda e i passeggeri.

CORRIERE.IT

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