Iva, i prezzi “stravolti” con la carta: l’addio al cash cambierà tutto

Il taglio dell’Iva al 22% e di quella al 10%, sempre che avverrà, sarà accompagnato dall’introduzione dei meccanismi di cashback e di cashless. Ciò significa che questa tassa verrà ridotta esclusivamente a chi paga gli acquisti con la moneta elettronica. In questo modo il governo tenta di colpire l’evasione fiscale e dunque aumentare le entrate riducendo i pagamenti in nero.

L’Iva vale un gettito annuo di 820 miliardi. Una sforbiciata di un punto al 22% costa 4,5 miliardi. E 3,1 miliardi la riduzione di un punto dell’aliquota del 10%. Tutti i partiti di maggioranza preferiscono inquadrare la riduzione della tassa sul valore aggiunto nella più generale riforma del sistema fiscale. E questa partita si giocherà in autunno in occasione della scrittura della legge di Bilancio.

Ma i mal di pancia all’interno dell’esecutivo sono evidenti. Pd, Italia Viva e Leu hanno già in tasca una controproposta: invece di ridurre l’Iva, molto meglio proseguire sulla strada della riduzione del cuneo fiscale. Chiare su questo punto anche dalle parole di Gualtieri: “L’obiettivo del governo è la riduzione del costo del lavoro, il taglio dell’Iva sarebbe invece un intervento congiunturale, per pochi mesi e per alcune categorie”. Siamo, dunque, in alto mare. E il bluff di Conte, presentato agli Stati generali, potrebbe trasformarsi nell’ennesimo boomerang pronto a colpire gli interessi degli italiani.

IL GIORNALE

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